
Un gioco con stupri e spargimenti di sangue è violento come Hansel e Gretel
Sarà anche solo un gioco ma più un gioco è avvincente e prevede l’uso di armi, più sarà forte l’impatto emotivo su chi usa la console. Oggi fa discutere la sentenza della Corte suprema americana di Washington che, con sette voti contro due, stabilisce in nome del primo emendamento della costituzione americana, che garantisce la libertà di espressione a tutti i cittadini, che non si può vietare a un 17enne di giocare con videogiochi cossiddetti “da adulti”, cioè che contengono furti d’auto, violenza, guerra e sesso.
A scatenare il dibattito è stato proprio uno dei giochi più celebri e avvincenti mai creati: Grand Theft Auto IV, in cui il giocatore diventa protagonista di una carriera folle e spregiudicata, dove per portare a termine le missioni bisogna rubare e uccidere. Non proprio educativo, certo, ma il giudice conservatore Antonin Scalia ha legiferato che «gli Stati possiedono il legittimo diritto di proteggere i bambini dai pericoli ma ciò non include il potere di restringere le idee a cui i bambini possono essere esposti». Dunque, i giochi, per quanto violenti, non devono essere vietati ai minorenni.
Tra i pochi voti contrari, quello del giudice liberal Stephen Breyer, che si è detto perplesso sulla sentenza. Soprattutto per una postilla: i giochi possono anche contenere scene di stupro ma devono essere vietati solo nel caso in cui le donne compaiono a seno nudo. Perché? Semplice: sarebbe istigazione alla violenza.
Davvero difficile non riscontrare un leggero controsenso in questa postilla, soprattutto se si leggono queste altre dichiarazioni del giudice Scalia: «In America non c’è una tradizione che limita l’accesso dei bambini alla violenza, come dimostrano tante favole sanguinarie e crudeli, da Hansel e Gretel a Cerentola e Biancaneve che da sempre facciamo leggere ai nostri piccoli».
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