
Un fisco pro famiglia. Il governo dice “sì”

Nonostante qualche organo di stampa se ne dispiaccia – e rilanci il solito logoro allarme sulle «associazioni no-gender e no-aborto» -, va salutata positivamente la sintonia tra le intenzioni del governo sulla manovra e i desiderata di quel vasto mondo apolitico che ha cuore il presente e il futuro del nostro Paese.
L’1 ottobre, infatti, alcune formazioni sociali (Network Sui Tetti, Forum associazioni familiari, Fafce, Cdo, Banco Alimentare) hanno incontrato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, alcuni ministri (Giorgetti, Roccella, Schillaci, Valditara, Zangrillo) e la viceministro Maria Teresa Bellucci per illustrare loro alcune proposte in vista della legge di Bilancio 2025.

Priorità per la manovra
Chiunque abbia letto l’intervista di Giorgia Meloni a Tempi o abbia ascoltato il discorso da lei pronunciato a New York, non dovrebbe dubitare che l’attenzione dell’esecutivo su alcune tematiche (natalità, famiglia, libertà educativa) sia massima e importanti siano state le aperture su questo fronte – come confermato a Tempi da Ernesto Diaco (Unesu-Cei) sul versante dell’introduzione di un “buono scuola nazionale”.
Nel documento che Sui tetti ha presentato al Governo – e che Tempi ha potuto visionare – ci si concentra proprio su alcune priorità: l’emergenza demografica e il rilancio di un piano per la natalità; la famiglia che deve divenire «una tax unit a sé stante, dotata di una soggettività giuridica di diritto tributario distinta rispetto a quella di suoi membri»; la valorizzazione della fragilità e del ruolo dei nonni; la libertà di educazione come «prima risorsa di ogni persona per sapere di essere un unicum nella realtà».
Buono scuola nazionale
Al termine dell’incontro il portavoce di Sui tetti, Domenico Menorello, ha espresso la propria soddisfazione: «Gli esponenti del Governo si sono impegnati all’introduzione di formule fiscali che almeno siano un abbrivio verso il quoziente familiare, alla resistenza verso l’Europa per la difesa dell’assegno unico, al rafforzamento di misure di welfare aziendale per la maternità, a una profonda e più giusta revisione dell’Isee, all’ulteriore finanziamento delle cure palliative, all’avvio di un modello di vicinanza socio-sanitaria h24, al potenziamento della solidarietà alimentare, al varo su scala nazionale di un buono scuola per le famiglie meno abbienti».
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