Lettere al direttore

Un buon caffè tra dannunziani, una prece per la lotta Lgbt

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Pubblichiamo la rubrica delle “lettere al direttore” contenuta in Tempi n. 39 (vai alla pagina degli abbonamenti). Per scrivere ad Alessandro Giuli: [email protected]

Caro direttore, qualche mese fa avevo deciso di non rinnovare l’abbonamento a Tempi. Non sto a tediarla sui motivi, piuttosto le racconto che, dopo un paio di mesi passati “frequentando” blasonati newsmagazine, ho cominciato ad avvertire una grande sensazione di vuoto e di spreco di energie. Tempo medio dedicato alla lettura delle riviste: non più di cinque minuti. Utilità: prossima allo zero. E, allora, mi sono riabbonato a Tempi. Non nascondo la difficoltà di lettura di certi articoli chilometrici o il corpo a corpo con il linguaggio iniziatico di certi altri. Però c’è vita. Ci sono idee e ci sono prese di posizione. A volte più condivisibili, altre meno. Ma, lo stesso, evviva!

A latere: ho letto l’editoriale con i punti sollevati durante il dibattito a Marina di Pietrasanta. Sacrosanti e stimolanti. Spero che non cadano nel vuoto o che non finiscano nel calderone della fiumana indistinta di opinioni perché c’è molto di più. Mi sono anche sentito chiamato in causa, visto che lavoro in tv ormai da parecchio tempo (oltre a tenere un paio di piccoli corsi in università, nei ritagli di tempo). Se volesse un giorno perdere 10 minuti per un caffè e due chiacchiere per approfondire gli spunti che ha lanciato, mi farebbe piacere.
[Lettera firmata]

Grazie, quando vuole sono qui e il caffè lo pago io.

Amici di Tempi, veramente questa cosa non riesco a mandarla giù. Cito da un articolo del Giornale (fuoco amico…): «Il sindaco spera nella “doppietta” a novembre. Conquistare la sede dell’Ema (l’Agenzia europea del farmaco in fuga da Londra dopo la Brexit) e diventare sede nel 2020 della 37esima convention organizzata dall’International Gay and Lesbian travel association. In pratica, una mega fiera con centinaia di buyer e imprese turistiche e istituzioni da 80 paesi che apre Milano al business dei viaggi Lgbt. La candidatura nasce dalla collaborazione tra Comune, associazione italiana turismo gay and lesbian e consolato Usa. «Promuovere Milano anche come destinazione gay friendly fa parte di una strategia per il posizionamento nel mercato turistico globale» spiega il Comune citando la ricerca di Sonders&Beach e Eurisko che descrive il viaggiatore Lgbt come «big spender e un opinion leader» capace di lanciare nuove tendenze e di spendere molto (…). E i viaggiatori Lgbt fanno in media 4 viaggi l’anno».
[Angelo Mandelli Milano]

Buyer? Big spender? Tutta qui la lotta di genere? Parce sepultae. 

Foto Ansa

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