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Ucraina, la possibilità dell’ipotesi diplomatica e la necessità di salvare vite umane

Di Rodolfo Casadei
06 Aprile 2022
«Nei giorni in cui la guerra ha rivelato uno dei suoi volti più orrendi, cercare di fermarla è ancor più necessario. La capacità distruttiva russa è immensa. Trattare non vuol dire cedere alle pretese di Mosca». Intervista a Domenico Quirico
Bucha Ucraina
Mezzi militari russi distrutti e abbandonati in una strada di Bucha, la città ucraina teatro del massacri di civili (foto Ansa)

Mezzi militari russi distrutti e abbandonati in una strada di Bucha, la città ucraina teatro del massacri di civili (foto Ansa)

Domenico Quirico è inviato speciale e caposervizio Esteri della Stampa, autore di reportage di guerra da Ruanda, Somalia, Libia, Siria, Iraq, ecc. Lunedì 4 aprile sulla Stampa è apparso un suo commento intitolato “Trattare col nemico”. Abbiamo dialogato con lui sui contenuti del suo intervento.
Quirico, il tuo pezzo sull’ipotesi di trattare col nemico, ovvero sulle valenze della strategia diplomatica, è uscito proprio nel giorno sbagliato, nel giorno della rivelazione delle fosse comuni di civili ucraini presumibilmente passati per le armi dai soldati russi. L’orrore che conferma che il nemico sembra non avere scrupoli azzera l’ipotesi diplomatica? O rende più urgente percorrerla?
Sono contento che il mio pezzo sia uscito in quel giorno lì. L’ipotesi diplomatica è una possibilità, non una necessità. Ogni volta che c’è un conflitto l’escludere a priori la pos...

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