
Tutte le cose che il grande Corman aveva capito per primo

È stato, semplicemente, il più grande. Non aveva magari l’estro di un Kubrick o un Hitchcock, ma è stato quello che ha dato un’impronta indelebile all’altra Hollywood, quella che si venne a creare prima in parallelo e poi in opposizione dei grandi Studios.
Roger Corman, morto a 98 anni il 9 maggio scorso, era un genio dell’intrattenimento e aveva un fiuto impareggiabile. Oltre a dirigere, produrre, scrivere, qualcosa come 493 film dal trash passando per il western, horror, fantascienza, giallo, thriller, è stato capace di vedere prima e valorizzare poi giovani talenti che cambiarono il cinema dell’ultimo mezzo secolo: gente come Francis Ford Coppola, Martin Scorsese, James Cameron, Ron Howard, Peter Bogdanovich, Jonathan Demme o attori del calibro di Jack Nicholson, Peter Fonda.
Un punk prima che i punk fossero
Tutti mostri sacri che devono tanto a Roger per avere affidato loro, nella migliore delle ipotesi, uno straccio di sceneggiatura, un paio di macchine da presa e una pacca sulle spalle. Corman era un visionario, matto e anarchico. Fu il primo a capire negli anni Cinquanta che il sistema rigorosamente gerarchico degli Studios, che avevano sotto contratto un esercito di star di primo e secondo piano più tutte le maestranze possibili, era destinato a soccombere. Contratti capestro ma soprattutto una creatività messa a dura prova da produttori invadenti e non sempre illuminati.
Corman fu un punk prima ancora che esistessero i punk: decise di fare tutto da solo. Produzione, regia, casting, montaggio, promozione. Capì che il pubblico stava cambiando, che i ragazzi che frequentavano i drive-in americani volevano altri film rispetto ai polpettoni del tempo. Roba con sangue, mostri, sesso, adrenalina, motociclette. Fu il primo a capire che si poteva scopiazzare da grandi opere gotiche dell’Ottocento per attirare i ragazzi e non pagare una mazza perché tanto gli autori erano tutti morti e sepolti da mo’, come nel caso di Edgar Allan Poe, da cui tirò fuori decine di film.
Senza mai perdere un dollaro
Roger era il genio nascosto dietro tanti film destinati a fare scuola: il gotico (The Raven), i film con le macchine (The Fast & The Furious), i film coi mostri pazzeschi (L’assalto dei granchi giganti, L’attacco delle sanguisughe giganti), i sandaloni improbabili (Atlas, il trionfatore di Atene), i prison movie erotici (Rivelazione di un’evasa dal carcere femminile), i revenge movie nipponici (l’incredibile Shogun il giustiziere), i ratti giganti all’attacco delle povere vergini (Denti assassini).
Era un bel tipo: un vulcano di idee e una mente colorata di tante sfumature di cinema. Demme gli affiderà un ruolo ne Il silenzio degli innocenti proprio per ringraziarlo. Tarantino lo cita ovunque. Scorsese racconta spesso di aver imparato da lui a maneggiare la macchina da presa e a far quadrare i conti. Ha scritto un libro divertentissimo, edito da Lindau, Come ho fatto cento film a Hollywood senza mai perdere un dollaro.
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