Le tre lezioni di civiltà che dobbiamo trarre dal Family Day
Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Una piazza civile. È la definizione più adatta al Family Day del 30 gennaio. Civile perché non si è ascoltata una sola parola fuori dalle righe, e con tante persone poteva scappare. Civile perché, pur essendo la gran parte dei partecipanti di fede cattolica, a sostegno del matrimonio fra un uomo e una donna si sono ascoltate le ragioni più che i richiami confessionali. Civile in una ulteriore prospettiva: il Circo Massimo sorge in uno dei luoghi più antichi di Roma, a ridosso del primo agglomerato dell’Urbe, a poche decine di metri dal colle Palatino, dove la tradizione individua la tomba di Romolo.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]Nel corso dei millenni, e ancora adesso, tanti ordinamenti giuridici sparsi per il globo mutuano i loro istituti fondamentali dal diritto romano, le cui radici muovono dal selciato calpestato sabato scorso dal popolo della famiglia. La più chiara e sintetica definizione di famiglia nel diritto romano si deve a Modestino, vissuto nel III secolo d.C., uno dei cinque giuristi le cui massime hanno costituito per secoli una delle fonti del diritto: «Coniunctio maris et foeminae et consortium omnis vitae, divini et humani iuris comunicati». C’è veramente tutto: la distinzione fra i sessi, il destino di vita unico, il fondamento non solo umano del vincolo coniugale. È una nozione che non viene da un concilio ecclesiale, ma da un testo di diritto civile; il suo autore non era nemmeno cattolico. A conferma che ci si trova di fronte a una realtà di natura, che lo Stato, come ricorda la Costituzione all’articolo 29, può solo “riconoscere”, poiché preesiste alle istituzioni e alle leggi positive. Il cristianesimo di suo vi ha aggiunto il riscatto della dignità della donna, che nello stesso diritto romano era umiliata da istituti come il concubinato o dal rilievo pubblico della prostituzione, ma i dati salienti della famiglia erano già chiaramente percepibili col retto uso della ragione. Una piazza retrograda, allora? Il contrario: un popolo consapevole che la partita che si sta svolgendo chiama in causa l’essenza di una civiltà che ha millenni di vita perché è radicata nella natura dell’uomo.
Di fronte al Palatino, dall’altro lato del Circo Massimo c’è un altro colle, l’Aventino: che, come tutti sanno, fu occupato da una parte del popolo di Roma, quella meno abbiente, per protesta contro le angherie dei patrizi. La rivolta dei plebei fu superata dal celebre apologo di Menenio Agrippa, senatore di rango consolare, con la splendida analogia fra il corpo umano e il corpo sociale, base per il riconoscimento della dignità e dell’importanza di ogni articolazione della comunità civile. Tanto vera da essere ripresa dall’apostolo Paolo nella prima lettera ai Corinzi. Il popolo del 30 gennaio non è salito sull’Aventino: e non solo perché le strade di quel colle non lo avrebbero contenuto; perché ha deciso di impegnarsi in prima persona.
Ha preso in mano il proprio destino, proprio perché le guide di oggi si mostrano molto meno sensibili al bene comune rispetto ai patrizi del 494 a.C. (che invece si affrettarono a mandare ai plebei il saggio senatore per ricomporre la frattura). Si è fatto sentire giungendo da ogni angolo d’Italia: senza una organizzazione centralizzata, facendo ognuno – persona, famiglia, comunità – per proprio conto; dotandosi di mezzi propri, visto che i media sono quasi tutti schierati sul fronte della barbarie antropologica e le guide istituzionali sembrano voler proseguire la demolizione di ciò che, nonostante tutto, continua a tenere in piedi la nostra realtà nazionale.
Fra gli elementi che dovrebbero far riflettere chi oggi ha le redini delle istituzioni c’è che quasi due milioni di persone, appena sette mesi dopo piazza San Giovanni, raddoppiando le presenze del 20 giugno, sono tornate a Roma senza essere intruppate da nessuno: tutto questo avrà a che fare con un sentire di popolo che attende seguito e risposta?
Recita una massima cinese che «Dio ci ha dato due orecchie e una sola bocca per ascoltare almeno il doppio di quanto diciamo». E se dalle parti del governo e del parlamento la mettessero in pratica prima di continuare a distruggere?
Foto Ansa
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19 commenti
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Bisognerebbe farne uno all’anno di Family Day.
Il popolo deve acquisire la coscienza che i numeri stanno dalla sua parte, e non lasciarsi infinocchiare da una minoranza ampiamente sovrarappresentata a livello politico e mediatico.
Sull’utero in affitto i numeri che hanno loro sono veramente esigui.
Ottima idea!, organizzato un po’ meno frettolosamente, ci sarebbe ancora più gente, forse.
Luca Nullo
grande giurista (sei tu? … intendo quello che firma per i giuristi a favore della sanatoria sulla compravendita dei bambini ): come spiegare a te la “famiglia tradizionale” che accompagneresti tuo figlio depresso in Svizzera per una “dolce morte”. E’ come spiegare ad uno che ha bevuto solo acqua dal fiume Gange per potabile, cosa è uno champagne.
Aiuto!!!
Non ti ho chiesto di spiegarmi cosa sia la “famiglia tradizionale”, ma in che modo questa verrebbe “distrutta” dalle unioni omosessuali.
Provaci, dai, saresti il primo.
Scusate, mi intrometto, poi sparisco.
A parte il discorso morale, leggi quel che dice la senatrice Roccella in altro articolo sui VANTAGGI che spetterebbero alle coppie omo rispetto a quelle non omo! Addirittura sostenute le prime e penalizzate le seconde!;ben gli sta, così imparano le famiglie in Italia a dare la vita per….la vita!!
Forse alla simpatica senatrice sfugge un insignificante dettaglio: le coppie “non omo” possono sposarsi.
Certo, possono sposarsi; e, conti alla mano, converrebbe non farlo, lo sai? Lo sai che le leggi non vengono incontro alle famiglie, anzi?
Le leggi andrebbero “incontro” alla famiglie (quelle con figli, intendo) se fossimo ancora in un’epoca in cui allo stato interessa moltiplicare le nascite. Quell’epoca è finita almeno da un paio di secoli. Gli immigrati figliano che è un piacere, non abbiamo “razze” autoctone da preservare, nè bisogno di moltitudini da sacrificare in guerra come carne da cannone.
Fate pure quanti figli volete, ma pagateveli da soli.
Non so quanti figli hai tu, ma i miei ti pagheranno la pensione, sicuro…
Chiarissime le osservazioni di Mantovano. Si tratta della realtà vs l’ideologia. Famiglie, padri, madri, figli, nonni e nipoti Vs un potente insieme di mezzi di comunicazione, di raggruppamenti politici, di gruppi di pressione Lgbt.
Non si tratta, invece, di persone vs altre persone: nel popolo del Family Day in piazza San Giovanni prima, e al Circo Massimo poi, ci sono state parole, slogan, atteggiamenti di odio o disprezzo? No, anche se qualcuno che comunica in termini o modi inaccettabili si riesce a scovare, inclusi politici ( inaccettabile il tweet di Formigoni ).
Due orecchie e una bocca, dice il detto cinese; si dice anche che “non c’è peggior sordo di colui che..”
E invece il popolo del Family Day è riuscito a farsi ascoltare, in tutto il mondo.
Se no, perché la Cnn per prima ha voluto accreditarsi per un servizio? perché il Washington Post si è chiesto “che cosa sta succedendo in Italia”? Perché Grillo – non esattamente un simpatizzante – ha lasciato “libertà di coscienza” ai senatori M5S?
Risposta: perché in Italia, come in Francia, in Slovenia e altrove, c’è un popolo che non si lascia piegare. Certo, le leggi possono forse essere approvate ( ma una legge gravemente ingiusta non è legge ), ma un popolo nuovo è sorto; o meglio, è sorta una nuova consapevolezza. Quante persone avrebbero voluto essere al Circo Massimo? anch’io ero lì, con la famiglia e centinaia di amici, e almeno dieci – venti altre famiglie per ognuno di noi simpatizzavano da casa – il calcolo è per difetto.
Non abbiamo riscosso le simpatie della sen. Cirinnà, che dopo il 20 giugno qualificò come “omofobi latenti” i 500mila di Piazza San Giovanni; non dell’on. Scalfarotto, che definì “inaccettabile” la manifestazione. Non di Matteo Renzi, che ha detto “mi vergogno di vivere in un paese senza una legge sulle unioni civili”. Lo stesso Renzi che, insieme alla presidente Boldrini, ha avuto la faccia tosta di dire che l’Italia è l’unico paese in Europa senza questa legge. E’ una menzogna. Lo vadano a spiegare ai polacchi, ai rumeni, e soprattutto ricordino quanto avvenuto in Slovenia, dove in dicembre il referendum popolare ha abrogato la legge sui matrimoni omosessuali, e due anni prima quella sulle unioni civili. Ci sono stati titoloni sui giornali? Per l’Irlanda sì, per la Slovenia no. Non è discriminazione?
Renzi si vergogna di questo popolo? che annovera anche elettori del Pd. Ebbene, in vista delle prossime amministrative, e poi delle politiche, abbia il coraggio di dire” mi vergogno dei voti di questa gente”.
Abbia invece il coraggio di bloccare questo ingiusto e pasticciato Ddl, riprenda la proposta di Sacconi e Pagano per un “Testo unico sui diritti dei conviventi”. Diritti che già ci sono, o che si possono serenamente chiarire e integrare, senza simil – matrimoni e adozioni!
L’hashtag Renzi-ci-ricorderemo vale anche per Alfano e molti altri. Saggio chi ascolterà questo popolo,
dandogli voce anche in Parlamento.
Il filosofo danese Kierkegaard definì “canaglie” quei “pastori e professori che, invece di soddisfare l’eternità, vogliono soddisfare il proprio tempo”. Vale per i pastori – taluni preti e vescovi, purtroppo. Vale per i professori – come il sottoscritto. Vale per giornalisti e politici, che scodinzolano dietro il politically correct. Vittoriosi forse per un momento, perdenti nel tempo e nell’eternità.
Professore di cosa? Spero non di matematica. Secondo questo calcolo per difetto e presumendo una famiglia formata mediamente da 4 persone, la pizza virtuale sarebbe stata di almeno 40 milioni di italiani.
Ridicolo.
Ridicolo, ma per difetto, visto che tre italiani su quattro sono contrari alle adozioni gay.
In piazza ci sarebbero infatti 45.000.000 di italiani.
Sì, certo, la pizza ..
Lucillo
Non faccio mai un intervento apertamente a sostegno di un altro. Ma questa volta è più forte di me: come te ne puoi uscire con una battuta così sciocca ad un post come quello di Segre.
PS: C’è stato tempo addietro un Lucillo che scriveva di filosofia, antropologia ed altro. Da dissentire su tutto , ma con (ammetto) una dignità. Adesso ti sei allineato sul Filomeno-Shiva…è dai!!!
Per la Piazza, se proprio vi fa piacere rifacciamo i calcoli. Tolgo i minori, ipotizzo, al ribasso, 400.000 adulti, moltiplico ( al ribasso) per altri 10- 15 simpatizzanti rimasti a casa. Fanno 4 – 6 milioni. Fossero anche la metà (qui siamo ai saldi), c’è qualche partito che si può permettere di dire: no, non voglio nessuno di quei voti? Messaggio chiaro, mi pare.
Fatti i conti di casa, il sottoscritto è docente di storia e filosofia.
Infine, per la Pizza: molto volentieri, con chiunque. Per poter parlare senza prendersi a pesci in faccia, davanti a una buona birra..
Venite da me; ne impasto circa due chili ogni sabato sera!…; chilo più, chilo meno, non cambia nulla!!
Ogni tanto li scrivo e passano.
A volte per trovarli pubblicati devo aggirare la censura.
A volte non riesco ad aggirarla, e butto via tempo ed intelligenza – la qual cosa è poco dignitosa.
Sul merito dell’articolo c’è poco da dire: un testo di autoesaltazione e lecita per quanto esagerata soddisfazione; poi Gianluca Segre ha aggiunto il condimento di qualche minaccia ai politici e al clero non allineati.
Se fossimo negli stati uniti questo articolo verrebbe definito come un “circle jerk”.