
Non buttate via il tempo libero. Un numero di Tempi pieno di “idee per respirare”

Ci hanno insegnato che per giudicare la serietà di un uomo davanti al destino bisogna osservare come impiega il suo tempo libero. A cosa tiene veramente si vede da ciò che fa non quando è obbligato dalle circostanze, ma quando sceglie come impiegare le ore non lavorative.
L’estate, si sa, è momento privilegiato per la lettura, ed è giusto approfittarne. Ma si può leggere e perdere tempo (allora meglio fare altro) oppure si può leggere e scoprire che altri, prima e diversamente da noi, hanno saputo dire qualcosa che riposa anche nel nostro animo.
Agli amici cui abbiamo chiesto un contributo per questo numero di Tempi (in edicola da oggi, giovedì 14 luglio) abbiamo dato carta bianca. Doveva essere un libro che piaceva loro, non a noi. Così, come vedete, sono arrivati testi molto diversi, alcuni originalissimi e che travalicano abbondantemente il concetto classico di “recensione”.
La speranza è aver fornito qualche spunto per impiegare bene il tempo, affinché sia veramente libero, cioè fruttuoso. Cioè non imbrigliato dalle ragnatele di quel mainstream che ci vuole robot dimentichi di sé e del proprio destino.
* * *
Nel numero in edicola, i libri e i consigli di lettura di: Luigi Amicone, Francesco Agnoli, Fausto Bertinotti, Andrea Carabelli, Fabio Cavallari, Mattia Ferraresi, Pier Giacomo Ghirardini, Mauro Grimoldi, Annalia Guglielmi, Giuseppe Laras, Ben Weasel.
E come sempre, le rubriche dei nostri Marina Corradi, Renato Farina, Pippo Corigliano, Fred Perri, padre Aldo Trento, Alfredo Mantovano, Guido Clericetti, Maurizio Tortorella, Simone Fotunato, Annalena Valenti… Gli abbonati possono leggere e scaricare la rivista all’indirizzo settimanale.tempi.it. Qui trovate l’elenco delle edicole in cui è acquistabile.
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7 commenti
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Bertinotti???
Sono curiosa di leggere i consigli di tutti, e di Bertinotti anche di più !
Che bello non avere paraocchi.
i paraocchi aiutano i cavalli a non andare fuori strada
elogio dei paraocchi
solo che noi non siamo animali, almeno, non tutti ci consideriamo tali
era in difesa dei paraocchi e della loro funzione sociale. non dei cavalli!