Dopo i “teens” (dai tredici ai diciannove) ecco i “tweens” (dai dieci ai dodici) ovvero: la camporella di fine millennio. Da giovanissimo, nelle trasferte campagnole di me cittadino, ero sbalordito osservando la maliziosità precoce delle ragazze, non solo le teens ma anche le tweens di allora, la camporella appunto, che fosse prato, fienile o boschetto (oggi se ne è persa l’idea). Capii poi che nella civiltà rurale era normale sposarsi in età oggi impensabili. Ancora poi mi resi conto che la Madonna stessa era una tweens, lì lì per sposarsi quando accadde quel sovrano fattaccio divino che ci mobilita ancora adesso. Allora che dire delle e dei tweens di adesso? in camporella cittadina, tutti Spice Girls, videogames e il resto? Chi sono? Sono ciò che non sanno di essere: la critica vivente – ma non lo sanno, e non sostenuti nel saperlo durano poco – della nostra civiltà nel suo aspetto anzi nella sua menzogna peggiore: che è quel suo prodotto micidiale che si chiama “adolescenza”. Due anni fa ho provato con scarso successo a lanciare lo slogan: “Sposatevi a quattordici anni”, ossia adulti al momento giusto senza più inutili adolescenti fino ai trenta (dopo è raro diventare adulti). Suggerisco di fare l’esperimento mentale di immaginare le conseguenze. Risulta un’altra civiltà.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi