Nel 1982 l’Italia vinceva un mondiale insperato, riscattando la notte della Repubblica fatta di povertà, scommesse perdute, violenza. Il grido trionfante di Tardelli fu il segnale che la rinascita era possibile
A me il mito del Brasile non convince. Nessuno mi comprende. Ci sono i ritardi, l’élite degli snob e il solito dilemma della copula in ritiro. Però il Mondiale toda joia toda beleza è iniziato
E se fosse giusto non sarebbe calcio. Ben vengano le uscite dalla Champions, B. B. che spodesta Galliani, i trucchi della Fifa contro di noi che non contiamo niente. E pure la nuova diccì renziana
A Osvaldo basta una mitragliata per diventare “il nuovo Batistuta”. Livaja fa due gol ed è già “il nuovo Rooney”. Nei paragoni c’è sempre un punto (di ironia) e mes (di serietà). Ed è facile fare cilecca
A 30 anni di distanza lo "Zio" ricorda la finale del Bernabeu: «Doveva giocare Antognoni, ma Bearzot scelse me». E sull'Europeo: «Pirlo super, ok anche Prandelli. Alla sua Italia do un 8 pieno».
Continua, tra incomprensibili rivoluzioni tattiche, celebrati scudetti d’agosto, sogni regolarmente infranti, decisioni della presidenza troppo umorali e veri e propri drammi sportivi, (quello di Ronaldo è una ferita difficile da rimarginare), l’epopea della presidenza Moratti all’Inter