Studio: per uscire dalla crisi non bisogna alzare le tasse ma tagliare la spesa pubblica

Di Redazione
05 Aprile 2013
È quanto rivela uno studio condotto da economisti di diversi paesi della zona euro che sarà reso noto oggi alla riunione annuale della Royal Economic Society.

Alzare le tasse non serve se si vuole fare uscire un paese dalla crisi. È quanto rivela uno studio condotto da economisti di diversi paesi della zona euro che sarà reso noto oggi alla riunione annuale della Royal Economic Society. Per risanare le casse statali sono necessari invece tagli alla spesa pubblica.

INDAGINE SULL’AUSTERITÀ. Lo studio ha analizzato i programmi di austerità di 17 paesi tra il 1978 e il 2009 e ha scoperto che «per abbassare il deficit è più utile ridurre la spesa pubblica che alzare le tasse» e che «le nazioni che commerciano di solito riescono a risanare i conti pubblici». Secondo gli economisti Luca Agnello, Vitor Castro e Ricardo Sousa, che hanno realizzato lo studio, i cittadini di un paese non possono sopportare più di nove anni di austerità.

TAGLI AL WELFARE INGLESE. Questo studio farà piacere al premier inglese David Cameron, che proprio questa settimana ha presentato un pacchetto di tagli al welfare contestato da tutte le parti sociali, e una diminuzione della tassazione sui redditi più alti per «attirare capitali stranieri», come ha dichiarato il cancelliere George Osborne.

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5 commenti

  1. Giovanna Jacob

    @Tossani
    Quando avrò tempo, leggerò bene i suoi interventi per capire se la pensiamo allo stesso modo.
    Per intenderci, io sono liberale ortodossa, seguace di Von Hayek, ispiratore della grande Margareth Thatcher. Sono vicina alle posizioni di Giacomo Zucco dei Tea Parties. Purtroppo a Tempi hanno preso una brutta piega: si dicono “liberali” ma condannano il “liberismo”. In altri termini, son dei socialdemocratici “moderati” che si credono liberali solo perché non vogliono – deo gratias – annientare del tutto il mercato. Comunque, gratta gratta, mi sembra che loro siano a favore dello stato che “ridistribuisce” le ricchezze.
    Comunque, io ho proposto addirittura ai Tea Parties di redigere un manifesto degli italiani contro gli eurobond. Infatti, gli eurobond sarebbero solo il pretesto per tornare a spendere come prima più di prima. Anzi, a dire il vero già ora stiamo spendendo più di prima per merito del satanico Monti.
    P. S. quanto alla TAV bisogna valutare costi e benefici. Ma se i benefici dovessero risultare superiori ai costi, sarei favorevole alla TAV. Infatti, come ho diffusamente argomentato nel mio blog, che nessuno legge perché non vi si parla della cellulite di Kate Middleton e dei programmi della sera, lo Stato liberale deve occuparsi di poche cose, fra cui appunto le infrastrutture stradali e ferroviarie. Il resto deve essere lasciato al mercato.

  2. Daniele, Napoli

    credo abbiate copiato male tale frase ha scoperto che «per abbassare il deficit è più utile ridurre la spesa pubblica che abbassare le tasse». Mi sembra debba essere “alzare” non “abbassare” le tasse.

  3. francesco taddei

    tagliare tanto, non tutto! eni, enel, finmeccanica teniamoceli, trasporti locali privatizziamoli e con i soldi ricavati diamone una percentuale ai comuni per tirare avanti e il resto per abbattere il debito pubblico, che tutti gli italiani hanno contribuito a realizzare, anche quelli delle regioni a statuto speciale.

  4. Giovanna Jacob

    Tagliare quell’enorme macchina per distruggere scientificamente le risorse, quell’enorme mangiatoia per parassiti che ha nome di spesa pubblica: musica per le mie orecchie. Lo spread si abbassa tagliando la spesa pubblica e privatizzando tutto, non stampando denaro dal nulla o emettendo eurobond. Lo dico da tempo, e ricevo solo insulti. E sono grata alla Merkel, che continua a tenere duro e a negare gli eurobond. Infatti lei sa bene che nello stesso momento in cui lei concedesse gli eurobond, lo stato ladro inizierebbe ad alzare nuovamente la spesa pubblica. Anche quel mediocre incompetente di Monti (ma chi gliela ha data la laurea a quello lì?) ha alzato a nostra insaputa la spesa corrente, provocando il fiscal drag. E non venitemi a dire che bisogna fare come il Giappone, che stampa denaro per tenere a bada il debito del 220%. Infatti, il Giappone sta per crollare, ma in Italia nessuno lo sa. Infatti i politici fanno di tutto perché non si sappia. Così possono dire alle trasmissioni che, se i nazisti della Merkel permettessero alla Bce di stampare denaro come se piovesse, tutti i nostri problemi sarebbero risolti d’incanto e qui sarebbe l’utopia realizzata.

  5. giuliano

    non ci vuole un genio per capirlo. Tagli alla spesa, Tasse più’ basse, meno regole per il lavoro, eliminare la parola “nero” per qualsiasi cosa non inquadrata dallo stato, e l’economia ripartirà insieme ai posti di lavoro. Dimenticavo la condizione più importante: eliminare i sindacati, specie quelli rossi

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