Spielberg racconta la vera Hollywood: «Nessuno voleva distribuire il mio Lincoln, la priorità sono gli incassi»

Di Paola D'Antuono
14 Giugno 2013
Il regista si sfoga durante un incontro all'università: «Il sistema rischia l'implosione. Il destino dei film d'autore è in tv e su Internet»

Chi l’avrebbe mai detto che un giorno anche Steven Spielberg avrebbe avuto serie difficoltà a far produrre uno dei suoi film a Hollywood. Eppure è andata così per Lincoln, la sua ultima fatica cinematografica pluricandidata agli Oscar. A raccontare la disavventura, come scrive La Stampa, è stato lo stesso regista durante un incontro con gli studenti dell’Università di Southern California: «Il mio ultimo film Lincoln ha rischiato di passare soltanto in tv». Gli studios non credevano nel potenziale della biografia diretta da Spielberg e temevano che il film non avrebbe avuto il necessario appeal sbancabotteghino. «Soltanto i miei investimenti nella distribuzione hanno consentito di superare le forti resistenze» ha spiegato il regista, seduto accanto al collega e amico George Lucas, che ha espresso il suo sconcerto per la situazione che rischia di compromettere il lavoro di molti talentuosi cineasti che non hanno la sua stessa influenza nell’industria cinematografica americana.

QUESTIONE DI SOLDI. A Hollywood comandano i soldi e la ricerca spasmodica dell’incasso. Una tendenza che presto potrebbe portare all’implosione del sistema: «È sufficiente che una mezza dozzina di film da 250 milioni di dollari l’uno facciano flop in rapida successione e avremo un’implosione» che porterà a conseguenze catastrofiche e «per andare a vedere film come Iron Man 3 bisognerà pagare un biglietto da 35 dollari mentre chi sceglierà Lincoln potrà andare incontro a una spesa più modesta di 7 dollari». Secondo George Lucas Hollywood si rifarà al modello di Broadway, che prevede che gli spettacoli teatrali più accattivanti restino a lungo in cartellone :«I film di maggiore successo potranno resta in sala anche un anno», come successe al film di Spielberg E.T. nel 1982. Per entrambi gli autori il destino dei film di qualità è lontano dal grande schermo: «I film sono destinati ad andare sempre più verso tv, Internet e più in generale verso i media digitali». Il futuro del cinema sarà tutta azione e pop-corn?

@paoladant

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