South Carolina: coppie aperte, evasione fiscale e ritiri movimentano le primarie repubblicane
Tra ritiri dell’ultimo minuto, verdetti ribaltati, conti esteri, gaffe, ex mogli e sondaggi, la tappa delle primarie repubblicane per eleggere il candidato che a novembre sfiderà Obama in South Carolina, si preannuncia la più interessante tra quelle svolte finora. I quattro sfidanti in gioco questa settimana si sono ridotti a tre: Rick Perry, che i sondaggi davano ultimo al 2 per cento, si è ritirato dalla corsa dichiarando apertamente di appoggiare Newt Gingrich. Quello di Perry è il secondo abbandono/endorsement di queste primarie, il primo era stato Jon Huntsman, mormone moderato ex ambasciatore in Cina che si è schierato a favore di Romney.
In campo rimangono dunque Romney, Gingrich e Santorum. Partiamo dal cattolico, che proprio ieri ha ricevuto la notizia dal Gop locale dell’Iowa di essere il vincitore della prima tornata elettorale delle primarie. La vittoria era stata assegnata per otto voti a Romney, il riconteggio ha poi decretato la vittoria di Santorum per 34 voti anche se mancano all’appello le schede di otto sezioni. Ma questo non cambia il risultato finale: sono comunque sei delegati per Romney e sei per Santorum. Nonostante la notizia della vittoria in Iowa e l’endorsement ricevuto nei giorni scorsi da parte del conclave texano dei leader cristiani evangelici e dell’associazione civica di donne più grande d’America, i sondaggi di Rasmussen Reports, gli unici ad indovinare al tempo la vittoria di Bush su Kerry, danno l’ex senatore cattolico ultimo all’11 per cento. Ma la quota degli indecisi è ancora molto alta e l’Iowa insegna che fino allo scrutinio dei voti fare pronostici è molto rischioso.
Soprattutto se i due sfidanti hanno passato una settimana difficile. Romney, grande favorito per la vittoria finale, è stato scavalcato nei sondaggi di ieri da Gingrich. Sempre secondo Rasmussen Reports, il primo sarebbe al 31 per cento, il secondo al 33 per cento. Uno dei motivi dello scivolone di Romney nei sondaggi – fino alla scorsa settimana era dato in vantaggio di oltre 10 punti percentuali – è dovuto alla rivelazione sul suo conto in banca. Anzi, i suoi conti in banca. L’ex governatore del Massachusetts, che già non è molto ben visto a causa dei suoi 250 milioni di dollari e di una tassa media di appena il 15% sul reddito, secondo quanto rivelato dall’Abc, avrebbe almeno 8 milioni in una dozzina di fondi comuni ed hedge funds parcheggiati nelle Cayman Islands, paradiso fiscale caraibico, e un secondo investimento tra i 5 e i 25 milioni sempre offshore. I suoi avvocati hanno dichiarato che non c’è niente di losco, è tutto legale, ma la rivelazione non ha fatto bene alla sua immagine.
Il tutto a vantaggio di Gingrich, che nonostante sia balzato in testa al 33 per cento in South Carolina, rimane secondo dietro a Romney per la vittoria finale. Alcuni dettagli della vita privata del conservatore, elemento più che fondamentale negli Usa, rivelati questa settimana lo fanno però tremare. Abc tv ha intervistato Marianne, la seconda moglie di Gingrich, che l’ha sposata nel 1981 a pochi mesi dal primo divorzio. Newt a metà anni Novanta ha avviato una relazione con una impiegata della Camera dei deputati, Calista Bisek, di 23 anni più giovane di Marianne, che poi sposò in terze nozze nel 2000. Tutte storie già conosciute, e che comunque non piacciono all’evangelico South Carolina, ma nell’intervista Marianne ha raccontato alcuni dettagli spiacevoli. Quando erano ancora sposati, Newt avrebbe chiesto alla moglie di diventare una coppia aperta, lasciandolo dunque andare con l’amante adducendo la motivazione che a Calista non creava problemi e che solo Marianne era così egoista da volerlo «tutto per sé». Una storia poco edificante, che potrebbe cambiare le sorti del voto in South Carolina.
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