Sono un principe e sto come un principe. Perché mai dovrei desiderare di diventare re?

Di Guia Soncini
06 Luglio 2017
«Mio fratello è disperato. Già la nonna lo sta allenando a visitare sfollati, malati, intere giornate passate con gli infelici invece che a bere cocktail in giardino»

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Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Cara Guia, di mestiere faccio le magie. Illudo la gente che tutto sia più sbrilluccicante di com’è davvero. Faccio dimenticare, per il tempo di un cambio della guardia, i problemi ai poveri popolani che non vivranno mai la mia vita. No, non sono un mago che fa i numeri al circo: sono un principe. Non lo dico come i romani col nodo della cravatta largo che, avendo pagato il conto dello spritz e delle olive, si autodefiniscono generosi aristocratici che magnanimamente distribuiscono brioche: io sono proprio un principe, è il mio mestiere. Mia mamma era una principessa triste, mio papà era un principe depresso (lo è ancora – credo sia normale, quando cominciano nella culla a dirti che diventerai re e poi a settant’anni non lo sei ancora diventato – ma un po’ meno di quando stava con mia madre: almeno adesso ha una moglie alla quale il giardinaggio piace quanto a lui, possono coltivare un sacco di peonie e far passare il tempo).

guia-SonciniSarà capitato anche a te: a un certo punto giuri che non diventerai mai come tuo padre. Che non passerai la vita ad aspettare un trono che non arriva. Giuri che non avrai fame mai più, e sai come funziona, in quest’epoca: se non diventa trending topic, l’albero mica è caduto davvero. Quindi la settimana scorsa ho dato un’intervista per dire che veramente nessuno di noi vuol fare il re. A papà è preso un colpo, ma io ci credo davvero: stiamo tanto bene così. Vuoi mettere fare il principe senza pensieri? Andare alle feste, flirtare con le cognate, uscire con le attrici, fare carezze ai bambini poveri durante le visite ufficiali, passare per gigante del pensiero solo perché dici due banalità di buonsenso su un qualche problema che affligge la gente comune. Io poi non ho neanche una moglie, quindi non ho le corna e le afflizioni di mia madre. Insomma: sto come un principe.

L’ho voluto dire per quella storia dell’albero e della foresta, sì, ma non mi aspettavo tanto rumore (sì, lo so che la storia dell’albero e della foresta si basa appunto sul rumore, ma insomma cerchiamo di capirci, non essere didascalica). Non mi aspettavo che qualcuno non lo sapesse già. Cosa pensano che siamo, in uno sceneggiato medievale in cui tutti vogliono il trono di spade, e per ottenerlo fanno duelli, vanno in giro zozzi, attraversano l’inverno a cavallo? Mio fratello, cui poveretto toccherà fare il re (io sto qui comodo, tutelato dall’essere il quinto in linea di successione: deve venire un’epidemia di morbillo, perché tocchi a me), mio fratello è disperato. Già la nonna lo sta allenando a visitare sfollati, malati, incidentati, intere giornate passate con gli infelici invece che a bere cocktail in giardino. Ma, se devo fare quella vita, cosa sono nato principe a fare?
Harry Londra

Caro Harry, riconosco il piglio e la lucidità del figlio della più grande manipolatrice nella storia della comunicazione. Quella che, non a caso, viene omaggiata anche nel Trono di spade (che sto guardando perché ho perso una scommessa). Quando arriva la principessa del popolo, che s’interessa ai poveri e seduce le folle, è chiaro che niente, neanche una storia fantasy ambientata in un Medio Evo coi draghi, può prescindere da Diana. Ogni tanto leggo pettegolezzi sulla cotta di tua cognata per te, per un attimo vorrei illudermi, ma lo so che no: tua cognata non avrebbe l’occhio in giù e il naturale dolentismo di Diana, dicendo «eravamo in tre, in quel matrimonio».

Il triangolo no, il trono neanche. Potresti invece ambire al tuo ruolo naturale. In fondo stai con un’americana divorziata (ma da quand’è che i prìncipi stanno con le attrici? Credevo si fosse fatta un’eccezione solo per quella tal Grace Kelly): è chiaro che l’unico erede al trono su cui puoi modellarti è Edoardo VIII. O, se sei abbastanza smanioso, la principessa Margaret. Il trono non faceva per nessuno dei due, e questo significa che ai giornalisti hai detto la verità. È un problema, lo capisci, sì? Sei un principe: non puoi metterti a essere te stesso come un concorrente del Grande Fratello.

Foto Ansa

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