La preghiera del mattino (2011-2017)

Sono pazzi questi animalisti

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Se se ne accorge anche l’Espresso, viene da pensare, forse è proprio vero che si è oltrepassato il segno. Sul settimanale in edicola questa settimana è stato pubblicato un articolo di Emiliano Fittipaldi intitolato “È scoppiata la guerra bestiale”. Il giornalista mette in fila le «battaglie in rete, sulle spiagge, nelle fiere di paese» degli «animalisti radicali».
In effetti, la sacrosanta questione della tutela degli animali sembra aver sfondato i limiti del buon senso. Lo stesso giornalista racconta un fatto estivo di cui è stato testimone oculare su una spiaggia a Recommone dove è scoppiata una mezza zuffa tra un uomo e una donna a riguardo di una medusa. Il figlio di lui era stato punto e il padre con un secchiello aveva catturato l’essere planctonico per poi gettarlo sulla spiaggia. Un modo per evitare che anche altri bambini fossero colpiti, si dirà. Sbagliato. Una donna ha cominciato a insultarlo per aver ucciso la medusa. «Le meduse hanno diritto a vivere come tutti gli animali! Siete degli assassini! Vergognatevi!».

LEONI E BAMBINI DELLO ZIMBABWE. Di qui parte il ragionamento che cita inevitabilmente le teorie di Peter Singer, il filosofo che difende gli animali più dei bambini, e prosegue elencando le sigle animaliste che ormai intervengono su tutto, non limitandosi ai classici temi della caccia e delle pellicce. D’altronde, solo per citare casi recenti, non li abbiamo forse visti stracciarsi le vesti per l’orsa Daniza in Trentino e il leone Cecil nello Zimbabwe? «Simbolo di un paese, lo Zimbabwe, – scrive Fittipaldi – che grazie al felino è finito per settimane sulle prime pagine dei giornali di tutto il globo. Disinteressati, ça va sans dire, che in Zimbabwe l’aspettativa di vita sia tra le più basse del mondo (59 anni, dati dello World Health Statistics 2015), e che ogni giorno – come ha denunciato l’Unicef – veda morire circa 100 bambini sotto i cinque anni a causa di fame e Aids. “Il mondo è sgomento per la sorte di Jericho, fratello di Cecil”, ricordava il ventesimo lancio dell’Ansa dedicato alla big story dell’estate».

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]IL PALIO DELLE OCHE. Ogni giorno ha il suo caso, anche se alcuni, come quello di Caterina Simonsen, colpisco per la violenza con cui gli animalisti si scagliano contro chi non la pensa come loro. Ma non c’è confine per i difensori duri e puri della natura: «A Padova a luglio 15 camion carichi di mangimi sono stati dati alle fiamme e rivendicati con una scritta “No Ogm, no allevamenti”, un blitz simile a quello dell’Animal Liberation Front con cui vennero distrutti mesi fa i furgoni di una ditta di latticini in Toscana. “Solidarietà ai militanti dell’Alf: le loro azioni non sono terrorismo, ma atti concreti di lotta per la liberazione animale. Un’azienda casearia è una fabbrica di dolore e morte”, scrisse in una nota il movimento Centopercentoanimalisti. Il fondatore Paolo Mocavero, candidato nel 1999 alle comunali per Forza Nuova, è uno dei duri e puri che ha capito come fare notizia, e ha ordinato ai suoi di attaccare giostre e fiere locali. “Il palio delle oche di Lacchiarella è l’ennesima forma di maltrattamento nei confronti di animali inadatti a gareggiare, correndo spaventati dagli schiamazzi del pubblico per un chilometro e mezzo. È un simbolo di arretratezza civile e culturale”, ha intimato il gruppo, che qualche tempo addietro organizzò un assalto contro un’azienda veneta colpevole, secondo loro, di favorire l’accoppiamento forzato tra cani per produrre razze pregiate».

LA FESTA DEL GRILLO. Così tutto si fa “guerra”, con l’utilizzo dei social network per amplificare ogni mossa e “battaglia”: «L’Enpa due settimane fa si è scatenata contro il palio delle rane di San Casciano Bagni, paesino demoniaco dove le bestiole “vengono messe su carriole spinte dai contradaioli lungo le vie della città. È una sistemazione tutt’altro che idonea a una specie animale, si tratta di un maltrattamento insieme fisico e psicologico!”. Stessa grancassa contro la fiera di Porcia, vicino a Pordenone, dove un asinello alla fine della giornata viene fatto salire sopra un campanile. Anche questa pratica considerata “vergognosa”. Se la Lav considera “inaccettabile” il ritorno della festa del grillo di Firenze (“un orrore che non può essere attenuato nemmeno dal sub-emendamento presentato in consiglio comunale che obbliga la liberazione del grillo dopo tre giorni”, spiegano i dirigenti), la Lida se l’è presa con la corsa delle galline di Grugliasco».

I VERI BARBARI. Nota giustamente Fittipaldi: «Con il boom del vegetarianesimo prima e della cultura vegana poi, negli ultimi due lustri il radicalismo alla Singer è diventato dominante, e sta contagiando centinaia di migliaia di persone. Le cui battaglie sono ormai mal viste da chi accorda agli umani uno status superiore e privilegiato. “Non distinguere gli uomini dagli altri esseri viventi è nefasto. Perché la morale riguarda solo gli esseri umani”, ha attaccato il filosofo Fernando Savater tre anni fa, riprendendo le tesi di Immanuel Kant e decine di altri pensatori prima di lui. “I veri barbari sono coloro che non distinguono uomini e animali. Caligola che fece senatore un cavallo e uccise centinaia di persone che non apprezzava. Quello era un barbaro. Perché trattava gli uomini come gli animali e gli animali come gli uomini”».

JURASSIC PARK E NUTRIE. La cosa, spesso ha sconfinato apertamente nel grottesco. Come quando «nel luglio di un anno fa, decine di migliaia di animalisti attaccarono sui social Steven Spielberg, reo di aver ucciso un triceratopo (la foto del dinosauro meccanico morto risaliva ai tempi di “Jurassic Park”); o come lo scorso Natale a Macerata, quando un ippopotamo del circo Orfei liberato da un gruppo animalista fu investito due minuti dopo da un’auto sulla provinciale».
Oggi è il tempo dei cinghiali e delle nutrie della Val Padana, «bestiole che scavando gallerie lungo gli argini dei fiumi rischiano ogni inverno di aumentare i pericoli di alluvioni. “Nessuno osi abbatterle”, urlano in coro tutti gli animalisti, mentre dall’altra parte l’assessore alla Protezione civile della Provincia di Treviso, il leghista Mirco Lorenzon, ha proposto di mangiarle: “È un’ottima carne a chilometro zero, ricca di proteine e povera di colesterolo”».

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8 commenti

  1. Questo è ciò che succede quando, in una società malata, l’uomo finisce per odiare i suoi simili e ritornare, in un neopaganesimo desueto e folle, ad adorare gli animali e la natura come se fossero divinità.

  2. Pinco Pallino

    A giudicare dai commenti questo blog lo seguono persone intelligentissime, complimenti

  3. Giorgio

    Sono preoccupato…questa estate ho già ucciso 20 zanzare (di cui 3 zanzare tigre) e sto usando armi per la distruzione di massa, come lo zampirone. Sarò condannato per genocidio?

  4. rob

    mah, non è un pò grassa? Tipo le marmotte?

    1. NonnoNorbi

      No, è più come un coniglio

      1. Antonio Mura

        Cosa molto, molto interessante. 🙂

  5. NonnoNorbi

    Confermo, per esperienza diretta, la bontà della carne di nutria.

  6. SUSANNA ROLLI

    Sarà anche un’ottima carne quella di nutria ma preferisco il maiale!

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