Ora invece anche negli stati del Sud i conti si sono ribaltati. In Georgia, lo Stato con più delegati in palio (76), Santorum è davanti a Gingrich di ben tredici punti. Secondo l’indagine condotta sabato scorso dall’Atlanta Political Buzz l’italo-americano ha il 40 per cento delle preferenze degli elettori del Gop, Gingrich è al 27 e Romney solo al 5 per cento. Fra gli Stati cruciali e con più delegati delle primarie ci sono poi l’Oklahoma, l’Ohio e il Tennessee. In Oklahoma (43 delegati) l’ultima proiezione della SoonerPoll segnala il vantaggio netto di Santorum, questa volta su Mitt Romney, al 39 per cento contro il 23 del mormone, mentre Gingrich è al 18.
Ma la vera anomalia è rappresentata dallo Stato dell’Ohio (66 delegati). Fino a una settimana fa questo era considerato il territorio più sicuro per Romney, vista la natura centrista del suo partito repubblicano. Invece, il nuovo sondaggio di Rasmussen Reports ha ribaltato i pronostici, mostrando il vantaggio di Santorum, che con il 42 per cento delle preferenze ha superato Romney, rimasto al 24. Newt Gingrich è terzo anche qui con il 13 per cento dei voti, mentre Paul è al 10. Anche in Tennessee (58 delegati), secondo l’istituto The American Research Group, i repubblicani hanno dato il loro appoggio all’italo-americano che ha ottenuto il 34 per cento dei voti, seguito da Romney (27 per cento), da Gingrich (16) e da Paul (13).
Santorum resta indietro solo in Massachusetts (41 delegati), lo Stato in cui Romney ha governato dal 2003 al 2007. A rivelarlo sabato scorso l’istituto Suffolk/7News (dell’università Suffolk di Boston): Romney è al 64 per cento, Santorum al 16, Paul al 7 e Gingrich solo al 6. Ancora incerti sono i sondaggi relativi all’Alaska (27 delegati), che secondo gli analisti pare propendere per Santorum, dell’Idaho (32), del North Dakota (28), del Vermont (17) e della Virginia (49).
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