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Soldi/ Opa Parmalat: ultima chiamata s’il vous plait

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Scade domani 4 aprile 2017 il nuovo termine per aderire all’opa Parmalat, dopo la riapertura dell’offerta decisa a causa delle scarse adesioni raggiunte con la prima tornata che si è chiusa il 21 marzo. Le ultime ventiquattr’ore dell’opa lanciata da Lactalis sul produttore di latte di Collecchio (il cui titolo continua a quotare in Borsa sopra i 3 euro per azione) si presentano piuttosto concitate per il gruppo francese. Quest’ultimo punta a entrare in possesso dell’intero pacchetto azionario di Parmalat, o quasi, in modo da poter delistare il titolo da piazza Affari e procedere indisturbato con la sua strategia di crescita. Ma sin dal principio l’operazione ha trovato l’opposizione ostinata di una parte delle minoranze, convinte che la società valga di più di quanto offerto dai francesi (2,8 euro per azione, poi ritoccato a 3 euro).

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]BATTAGLIA CON POCHI PRECEDENTI IN BORSA. Comunque, vada a finire il 4 aprile, quella che si sta consumando è una battaglia con pochi precedenti a piazza Affari. Da un lato, un gigante dell’industria francese guidato dalla potente famiglia Besnier che già possiede una larga fetta del capitale (87,5%) e dall’altro, un gruppo di fondi e un nocciolo duro di risparmiatori che si dividono la restante parte. In mezzo, un gioiello dell’industria italiana passata attraverso uno dei più grandi scandali che il mondo finanziario ricordi, ma poi riportata in bonis e rilanciata da Enrico Bondi prima di essere ceduta a Lactalis per la mancanza di una cordata italiana (2011).  Con le adesioni all’opa di oggi, 3 aprile, Lactalis ha portato a casa complessivamente il 15%  delle azioni oggetto dell’offerta pubblica di acquisto il che gli consente di salire nel capitale ma restando ben al di sotto della soglia del 95% necessaria per raggiungere senza intoppi il suo obiettivo. Non solo, al momento tale risultato sembrerebbe non consentire nemmeno di arrivare a quel limite del 90% che fa scattare la così detta opa residuale – cioè una ulteriore offerta sulla restante parte del capitale in circolazione – con la possibilità da parte della Consob di intervenire per fissare il prezzo.

SI DECIDE L’ULTIMO GIORNO. Comunque, è presto per tirare le conclusioni poiché l’esito della partita si giocherà l’ultimo giorno, come da tradizione per questo genere di operazioni. Non è escluso che la prospettiva del delisting spinga gli indecisi a portare all’ultimo momento i titoli in adesione nel timore di restare intrappolati in una società non quotata. Ma se tutti i fondi azionisti ‘ribelli’ mantenessero la promessa di tenersi le azioni (come Amber e Gabelli, per esempio), sarebbe difficile per il gruppo francese raggiungere i numeri che consentono la cancellazione del titolo dalla Borsa italiana.

Va anche ricordato che Lactalis ha a un certo punto rinunciato alla sua prerogativa di restituire le azioni in caso di mancato raggiungimento del tetto del 90%. Questo vuol dire che, qualunque sia l’esito finale, si terrà le azioni ricevute, pagandole ovviamente 3 euro ognuna. Il risultato sarebbe che Parmalat resterebbe quotata ma con un azionista di controllo un po’ più forte di prima e con un flottante (che equivale al numero di azioni detenute dal mercato) alquanto risicato che, secondo le regole di Borsa italiana, andrebbe ricostituito.

CHI C’E’ DIETRO IL COMITATO AZIONE PARMALAT. In questo momento le minoranze di Parmalat sono rappresentate in parte (si stima intorno al 6%) dagli investitori professionali specializzati (i fondi, appunto) e in parte dai risparmiatori (non esiste una stima ufficiale, ma potrebbero essere intorno al 3-4%). In questa seconda categoria rientra Azione Parmalat, il comitato con sede a Parma presieduto dal commercialista Paolo Ugolotti e di cui fanno parte anche l’avvocato Matteo Mancini e il ragioniere Omar Corradi. Questo comitato, che ha presentato un esposto in Consob contro la campagna pubblicitaria di Lactalis contenente un appello ad aderire all’opa e ha aperto un sito con aggiornamenti e commenti quotidiani sull’andamento dell’offerta (www.azioneparmalat.it), ha una storia molto particolare. Nato nel 2011 per tutelare gli interessi dei piccoli azionisti quando c’è stata la prima opa che ha spalancato le porte all’ingresso di Lactalis, era guidato da un altro professionista del posto, Marco Pedretti, diventato lo scorso anno presidente del collegio sindacale di Parmalat. Pedretti, per evitare un palese conflitto d’interesse, si è dimesso e al suo posto è subentrato Ugolotti. Ma quanti risparmiatori rappresenta il comitato? Ugolotti non si sbilancia sul numero di deleghe in suo possesso. Ma promette che il comitato sarà presente ed è pronto a dare battaglia alla prossima assemblea di Parmalat in programma per il 28 aprile.

Per informazioni e approfondimenti scrivi a [email protected]

@MRosariaMarche2

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