Siria. I curdi chiudono le scuole cristiane
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Martedì 28 agosto l’amministrazione della Federazione democratica della Siria settentrionale, cioè il territorio siriano sotto controllo delle Forze democratiche siriane (Fds) a dominante curda, è passata dalle parole ai fatti: le scuole cristiane che si sono rifiutate di adottare i provvedimenti di politica dell’educazione emanati dal governo di fatto della Siria settentrionale sono state chiuse. A fare le spese della mano pesante della coalizione di governo egemonizzata dai curdi del Pyd (Partito dell’unione democratica) sono state quattro scuole nelle città di Qamishli, Darbasiyah e Malikiyah appartenenti alla Chiesa siriaca ortodossa.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”] «VOGLIAMO LE NOSTRE SCUOLE». Nella città di Qamishli il sequestro della scuola Sabro nel quartiere di Wusta da parte di forze di polizia curda e di una milizia cristiana filo-curda (Sotoro) che hanno espulso insegnanti e personale amministrativo che si trovavano all’interno, ha innescato una protesta popolare che nel pomeriggio ha visto centinaia di persone e di studenti anche giovanissimi riuniti di fronte alla scuola. I manifestanti hanno strappato i cartelli con la scritta “scuola chiusa” apposti dalle forze dell’ordine, hanno manomesso lucchetti e nuove serrature che la polizia e i miliziani avevano installato e hanno fatto irruzione nella scuola. Gli studenti recavano cartelli con le scritte “non privateci del nostro diritto all’educazione” e “vogliamo le nostre scuole, la nostra libertà e la nostra infanzia”. I manifestanti adulti cantavano “resteremo siriaci e moriremo in questa terra”. La reazione dei miliziani di Sotoro presenti sul posto si è limitata a spari in aria per intimidire i manifestanti, che non hanno desistito.
NAZIONALISMO PANCURDO. Dal 2015 l’amministrazione del Pyd cerca di imporre a tutte le scuole della regione controllata dalle Fds (la cui componente principale sono le unità di autodifesa Ypg, ala militare del Pyd) un nuovo curriculum ispirato al nazionalismo pancurdo e un sistema di iscrizione scolastica che mira ad etnicizzare le scuole. Attualmente le scuola cristiane siriaco ortodosse adottano il curriculum nazionale siriano, che prevede la lingua araba per tutte le materie, tranne due ore in lingua siriaca (o aramea) per l’insegnamento della religione e della cultura siriaca (o aramea). Il governo del Pyd ha stabilito che le scuole siano organizzate su base etnica e che la lingua utilizzata per tutte le materie sia quella del gruppo etnico in questione, mentre il programma e i testi dovranno essere ispirati al nazionalismo curdo.
NUOVI LIBRI DI TESTO. Nelle pagine dei nuovi sussidiari compaiono mappe del Grande Kurdistan (che comprende territori di Turchia, Siria, Iraq e Iran) e foto di Abdullah Ocalan, l’imprigionato leader del Pkk curdo di Turchia (considerato organizzazione terroristica anche dagli Usa e dalla Ue). Inoltre le scuole siriache (o aramee) non vogliono rinunciare ad accettare l’iscrizione di studenti arabi e curdi, che secondo le nuove disposizioni dovrebbero frequentare scuole dove si utilizza esclusivamente la loro lingua materna. Si danno casi di studenti di questi due gruppi etnici che nel modulo di richiesta non hanno indicato l’etnia di origine per poter frequentare le scuole cristiane sfuggendo ai controlli dell’amministrazione curda.
GUERRA ALL’ISIS. La data per l’inizio delle lezioni in tutto il territorio siriano è fissata fra la prima e la seconda settimana di settembre. Ieri le scuole hanno riaperto per il rientro al lavoro di insegnanti e personale amministrativo. Il territorio della Federazione democratica della Siria settentrionale comprende i tre cantoni di Afrin, Jazira ed Eufrate, per un’estensione di 40 mila kmq. È detto anche Rojava e le forze militari curde lo hanno conteso duramente all’Isis e ad altri gruppi armati islamisti a partire dal 2013.
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