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Come si noterà dal fatto che c’è il suo nome scritto sopra (ironia), il Molokano ha rinunciato al patteggiamento e a mettersi a riposo crogiolandosi nel proprio decoroso fallimento, e accetta l’eventuale sconfitta della storia, ampiamente prevedibile vista l’enorme sproporzione tra le forze in campo. Da una parte la minima Armenia, molto più piccola di Davide, senza neanche le pietre aguzze per la fionda, e un Golia meno stupido dell’eroe dei Filistei. Eppure, le trote argentate del lago di Sevan guizzano, e il nemico che le vorrebbe fiocinare non ha ancora trovato l’algoritmo per decifrare le traiettorie della loro malinconica bellezza. Queste principesse della mia vita mi esortano a insistere, ed è alla fine la scelta più razionale che ci possa essere.
Le uniche cose interessanti sono quelle imprevedibili, e il fatto più cospicuo della storia ha spezzato le catene dell’impossibile: l’Eterno che entra nel tempo, un punticino carnale ma infinito, quel Gesù Nazareno che è l’amore d...
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