«I proprietari immobiliari hanno già dato». Ed è ora che «i sacrifici vengano chiesti ad altri settori». Così Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia, commenta l’emendamento presentato dal Pd in commissioni bilancio e finanze che propone di far pagare l’Imu alle case con rendita catastale da 750 euro in su. Case “di lusso” per il Pd. Non è d’accordo però Sforza Fogliani per cui così le uniche case che resterebbero escluse dal pagamento della seconda rata Imu sarebbero quelle «popolari ed ultra-popolari». Mentre il ceto medio verrà vessato. L’emendamento che ha come primo firmatario Mario Marchi, però, dovrebbe essere ritirato nel corso del pomeriggio di oggi.
Presidente, sono case di lusso quelle con una rendita catastale da 750 euro in su?
Nient’affatto, ed è anche sbagliato definirle “case di lusso” come sbagliato è chiamare i loro proprietari “ricchi”. Se, infatti, a pagare l’Imu dovessero essere le case con rendita da 750 euro in su, verrebbero compresi, per esempio, anche villini e case che non sono certamente di lusso. Resterebbero escluse solo le case popolari ed ultra-popolari. Senza poi considerare il fatto che i proprietari di immobili storici e di case signorili hanno già dato, hanno sempre pagato l’Imu. Resta il fatto che sarebbe una misura ingiusta che colpirebbe il ceto medio e medio-piccolo.
Come si spiega questa proposta?
Ho come l’impressione che, anziché affrontare sul serio il problema dell’Imu sulla prima casa, si sia preferito sfruttarlo come terreno di scontro per una battaglia politica che nulla ha a che fare con la proprietà immobiliare. E gli artefici sono stati coloro i quali nel Pd sono contrari al governo Letta; l’hanno fatto per mettere zizzania e creare frizioni.
Entrando nel merito, cosa sarebbe meglio fare sull’Imu prima casa?
Abolirla definitivamente. I proprietari immobiliari hanno già dato e molto. Mentre alcune categorie godono ancora di notevoli agevolazioni fiscali che potrebbero essere rimodulate: certi grandi immobiliari e la grande industria così come pure il mondo cooperativo si spartiscono, infatti, 500 milioni l’anno di agevolazioni che da sole sarebbero bastate per pagare la metà dell’aumento dell’Iva. Per fortuna che l’emendamento, probabilmente già questo pomeriggio, verrà ritirato.