“Serate a Seriate”. L’idea di quattro amici che fanno politica (per davvero)
Quattro amici si trovano al bar tutte le mattine intorno alle sette. Così puntuali e fedeli a questo appuntamento, da suscitare la curiosità del barista e degli altri avventori che, con faccia assonnata, si chiedono cos’hanno da dirsi tutte le mattine quei quattro. Anna Serena Pirola, Gabriele Cortesi, Federico Reseghetti e Antonio Brevi hanno ognuno un mestiere diverso dall’altro, e una cosa che li accomuna: l’amore per la politica. «Che non è una cosa astratta come cercano di farci credere, ma qualcosa che va vissuta nel contatto tra la gente», spiega a tempi.it Pirola, consigliere della provincia di Bergamo.
AL MERCATO. «Per fare politica bisogna andare ai mercati, stare ai gazebo, non avere paura di affrontare le lamentele della gente, le domande scomode. Basta qualche ora al mercato, in mezzo alle mamme con le carrozzine, ai nonni, che in questo periodo sono i parafulmini delle famiglie, per rendersi conto che non si può fare politica prescindendo dalle persone». La pensa allo stesso modo anche Gabriele Cortesi, assessore delle politiche sociali di Seriate: «Per tanto tempo la politica è stata vista come qualcosa “che si fa in tv”. L’elettorato guardava i talk show politici e poi decideva chi avrebbe votato. Noi non vogliamo che sia più così, che le persone decidano di chi fidarsi guardandolo in faccia».
SERATE A SERIATE. Anche se a volte fare politica non è facile, non bisogna mai perdere di vista il fine. Così sono nate le “Serate a Seriate”, incontri serali per mostrare come la politica sia attaccata alla vita, e viceversa. Si è cominciato con “Il potere dei senza potere”, in cui è intervenuto Alexandr Filonenko, docente ucraino di filosofia. Poi “Il tuo lavoro è un’opera”, con il presidente dell’Ance Ottorino Bettineschi. Il prossimo 11 dicembre si terrà invece “La politica. Il bene di tutti”, un percorso, anche visivo, attraverso gli “Affreschi del Buon governo” di Antonio Lorenzetti.
GUARDARE LONTANO. «Nella sede della provincia di Bergamo, c’è un’opera dello scultore Manzù a cui sono molto affezionata», spiega Pirola. «Si chiama “Donna che guarda” ed è una copia di una statua che è presente al Cimitero Monumentale di Milano. È una donna che guarda lontano, in un punto non ben definito, ma al tempo stesso chiaro. La donna stringe con le mani la gonna, con un gesto che indica che non vuole permettere all’ampiezza dell’abito di farla inciampare, come se volesse camminare più veloce, ma guardando sempre più in là. Cerco di avere sempre quest’immagine davanti quando mi occupo di politica», spiega la consigliera provinciale. Lo scopo degli incontri è far partecipare i cittadini. «Se si rendono conto loro stessi che chi fa politica al tempo stesso ha a cuore i bisogni della gente, tutto può cambiare. E talvolta le risposte migliori, ai problemi che abbiamo nella società, arrivano proprio dai cittadini stessi. Basta saperli ascoltare», conclude l’assessore Cortesi.
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