Sono appena tornato dal funerale di una mia vecchia e cara amica – che quando eravamo giovani è stata più di un’amica – e c’ho il cuore che gronda malinconia e la testa indaffarata di domande. C’era tanta gente, al funerale, e mi ha fatto piacere. Vuol dire che era molto amata e questo è consolante, per chi resta, per la sua famiglia. Ho pensato a quanta ce ne sarà al mio, di gente, probabilmente molta meno, visto il pessimo soggetto che sono.
Quando se ne va una persona cara, qualcuno a cui volevi bene, ti chiedi sempre il perché, ma siccome io sono un bastardo anziano, an ancient bastard, per parafrasare Coleridge (cazzo, come sono colto), vado oltre, faccio cose che voi bravi ragazzi di casa, chiesa e adesso esce il padiglione A, giustamente non fareste: io sono la cattiva coscienza, il buco senza fondo, il cinico e baro che non riesce a non pensare alle cose più cattive, che non riesce a non essere astioso anche in un momento come questo. Insomma, quelli come me portano sulla loro groppa la croce del politicamente scorretto, hanno l’anima nera.
Pagherò per questo, ma non riesco a non chiedermi perché se n’è andata Gabriella e invece non sono stati inghiottiti dalle fiamme della Geenna quelli che hanno licenziato l’amministratore di Mozilla perché contrario alle nozze gay o quelli che dicevano che l’Inter, se le davano tutti i rigori che meritava, avrebbe vinto lo scudetto.