Se il Pd non dice basta alla dittatura civile di magistrati e media, si farà (e ci farà) del male

Di Redazione
16 Aprile 2012
L'Unità, giornale del Pd, si chiede perché la lobby dei miliardari neopuritani di Libertà e giustizia se la prende anche con loro. Non capiscono, gli illusi, che o si ricostruisce un sistema autonomo della politica delegittimando la dittatura civile di magistrati e media oppure anche la loro eventuale vittoria elettorale si rivelerebbe un disastro.

“Mobilitazione generale del Partito democratico e del suo giornale, l’Unità. Come si permettono quelli di Libertà e giustizia, la lobby dei miliardari neopuritani, di scrivere proclami antipartiti? Perché i padroni dell’opinione pubblica e dei media mettono tutti nello stesso mazzo (lo scrive Alfredo Reichlin) invece di risparmiare il Pd, una specie di paese pulito nel paese sporco secondo la vecchia vulgata pasoliniana? (…) Noi siamo quelli bravi, gli altri della destra berlusconiana sono i responsabili di un disastro storico, ma volete rendervene conto? La questua dell’appoggio di establishment è penosa e dimostra la più certa incomprensione della posta in gioco nella guerra di lunga durata per il potere che è in atto in Italia dai tempi di Craxi. Le incursioni di oggi sul terreno del Partito democratico (…) sono solo la prosecuzione della distruzione dei partiti iniziatasi quando il capo socialista fece saltare tutto un regime compromissorio e pose la questione cruciale in democrazia: chi decide e in nome di chi?” (Foglio, p. 1).

“Siamo sempre lì: magistrati e giornali e tv, giornali e magistrati e tv, padroni del giudiziario e padroni dei media. L’Italia continua a rimbombare sempre degli stessi sinistri suoni. (…) Bersani vuole distrarsi, su consiglio dell’astuto D’Alema, dell’equivoco Monti. Vogliono al più presto e con la massima possibile certezza governare l’Italia con Vendola e Di Pietro. Mandano a quel paese la riforma della legge elettorale (Franceschini), lacerano la tela di sicurezza eurotecnica costruita dal “loro” presidente della Repubblica, sono refrattari a soluzioni di sistema che implichino la riforma della giustizia e il ritorno della magistratura d’assalto alla normalità del controllo di legalità senza premio politico” (Foglio, p. 1).

“Ricattati, condizionati, presi per il naso, insultati quando sia necessario, divisi e portati a gruppi scompagnati all’osservanza della disciplina di lobby, di tanto in tanto i democratici per bene, e ce ne sono, pensano che un Bersani (…) potrebbe rovesciare le sorti dell’eterodirezione della sinistra. Poveri illusi. Un governo Bersani, (…) un’operazione imperniata sulla deberlusconizzazione del paese, sarebbe un pupazzo nelle mani dei tutori e imbeccatori dei vari grillismi, dei giustizialismi, degli antiberlusconismi che sono tutte varianti di quella guerra originaria sul chi decide e per conto di chi” (Foglio, p. 1).

“Gridano contro il destino cinico e baro che non riconosce loro la diversità antropologica e politica rispetto all’avversario, e non capiscono che o si ricostruisce un sistema autonomo della politica delegittimando la dittatura civile di magistrati e media oppure anche la loro eventuale vittoria elettorale si rivelerebbe un disastro. Perdona loro perché non sanno quello che fanno e che si fanno” (Foglio, p. 1).

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