Pubblichiamo il comunicato stampa dell’Agesc – Dopo la notizia che la Regione Sicilia ha tagliato i contributi alle scuole pubbliche paritarie, del 90% per quanto riguarda il capitolo dell’infanzia e del 75% per le primarie paritarie, ad una verifica tutto il Sud ma anche alcune regioni del Nord stanno evidenziando la volontà di staccare la spina alla libertà di scelta educativa, sancita peraltro dalla Costituzione.
«Un quadro devastante – afferma il Presidente Nazionale di Agesc Roberto Gontero – che riguarda persino il Piemonte, dove risiedo, con le note difficoltà sia per i contributi alle scuole pubbliche paritarie sia per il buono scuola alle famiglie. Riteniamo inaccettabile che quasi tutte le regioni, pur avendo recepito i contributi dallo Stato, li utilizzino per fare cassa sulla pelle dei bambini e delle loro famiglie».
Il caso Sicilia, dove dai 19.000 euro per classe garantiti dallo Stato si è passati ai 7.000 fino ad arrivare ai 2.000 odierni, evidenzia come da un contributo iniziale di 3 milioni di euro si sia passati ai 300mila nonostante nel frattempo le scuole siano triplicate. E se è vero che il prossimo anno vedrà tagli totali per il Sistema scolastico paritario, non ci saranno limiti alla chiusura di scuole dell’infanzia, primarie, secondarie e professionali.
«La situazione è ancora più preoccupante per i genitori – afferma ancora Gontero – se si guarda al numero esiguo dei Centri di formazione professionale, ormai rimasti unico baluardo contro la desolante piaga della dispersione scolastica». A livello nazionale tutto questo avrà un peso non indifferente, ma ancor più al Sud, dove il sistema scolastico è gravemente compromesso e pagherà il prezzo maggiore. Senza trascurare che il sistema scolastico paritario fa risparmiare alle casse dello Stato una cifra pari a oltre 6 miliardi di euro l’anno.
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