Scuole Bologna, l’assessore di Sel: «Vendola contrario al referendum, in Puglia adotta il nostro sistema»
Il fronte che difende la libertà di educazione nel referendum di Bologna contro il finanziamento comunale degli asili paritari privati, in programma per domenica prossima 26 maggio, incassa oggi due adesioni inaspettate. La prima è quella di Amelia Frascaroli, assessore al Welfare e alle Politiche sociali del capoluogo emiliano che – ecco la stranezza – è di Sel ma a differenza del partito di Nichi Vendola non sostiene affatto le ragioni dei referendari. Anzi.
ERA MEGLIO DISCUTERE. In una intervista concessa a Caterina Dall’Olio e pubblicata da Avvenire, Frascaroli dice che «questo referendum è del tutto illogico e sbagliato. Non ha fatto altro che causare una guerra violenta su un tema di cui si poteva tranquillamente discutere attorno a un tavolo». Il sistema integrato (scuole statali + scuole paritarie comunali + scuole paritarie private) che in 18 anni ha fatto di Bologna un modello invidiato in tutta Italia, infatti, è sì perfettibile secondo l’esponente di Sel, ma resta «necessario per la nostra città, e su questo c’è poco da discutere».
«NICHI D’ACCORDO CON ME». L’assessore precisa inoltre che nemmeno lo stesso Vendola «pensava si sarebbe arrivati a questo punto», al contrario il leader di Sel «conveniva con me sulle ricadute che la cancellazione del sistema integrato avrebbe sul piano amministrativo». L’abolizione del finanziamento comunale da un milione di euro alle scuole dell’infanzia private, infatti, come sostengono i difensori della convenzione, metterebbe a rischio i ben 1.730 posti asilo oggi garantiti da quegli istituti. E al Comune servirebbero ben 12 milioni per sopperire al danno. Secondo Frascaroli questo è ben chiaro a Vendola, «tanto che in Puglia adotta lo stesso sistema». Eppure il suo partito a Bologna appoggia i referendari.
UN CONTRIBUTO ANCHE EDUCATIVO. Ma la convenzione non è utile solo dal punto di vista contabile e amministrativo, «anche dal punto di vista pedagogico», spiega Frascaroli. «Oggi le paritarie, anche cattoliche», che comunque «accettano il coordinamento pedagogico» dell’ente pubblico per poter ottenere il finanziamento, «danno un contributo prezioso al nostro piano educativo. Le famiglie lo sanno. Il resto è disinformazione e ideologia. Da entrambe le parti». L’assessore ricorda, infine, che «per migliorare il sistema scuola dell’infanzia bolognese» servono soldi: «In questo momento di grave crisi economica i soldi scarseggiano e sarà durissima convincere lo Stato a farci arrivare i fondi in più che ci servono. Figuriamoci se non ci fosse il sistema integrato».
«TANTO NON CAMBIEREBBE NULLA». Perfino Romano Montroni, scrittore e attuale collaboratore della catena Librerie Coop dopo aver diretto per decenni le Librerie Feltrinelli, domenica prossima a Bologna voterà B (per il mantenimento della convenzione comunale). Lo annuncia sempre oggi in una intervista al Corriere della Sera, nella quale «da cittadino» difende «i risultati positivi prodotti dalla legge Berlinguer del 2000» che «sono sotto gli occhi di tutti». La sovvenzione da un milione di euro agli asili paritari «consente di calmierare le rette, garantendo un maggior numero di posti per i bambini. Perché mai si dovrebbe tornare indietro?». Appellandosi astrattamente alla Costituzione (o meglio alla sua interpretazione più rigidamente statalista) i referendari portano avanti secondo Montroni «un discorso ideologico». Senza dimenticare che, tra l’altro, anche se vincesse l’opzione A non cambierà «niente, c’è una legge dello Stato e tale resterà».
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