Scuola neutra? Vecchio e anacronistico pregiudizio verso le paritarie

Di Francesco Macrì
03 Aprile 2016
In quasi tutta Europa argomentazioni del genere screditerebbero pesantemente la professionalità di chi le sostiene

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Abbiamo chiesto a don Francesco Macrì, ex presidente e attuale vicepresidente nazionale Fidae (Federazione che associa la quasi totalità delle scuole cattoliche italiane), un commento sulla recente sentenza con cui un giudice, dopo un caso di separazione tra coniugi, si sarebbe pronunciato a favore dell’iscrizione dei due figli minori in scuola statale in quanto «scelta neutra, mentre la privata potrebbe “orientare il minore verso determinate scelte educative o culturali in genere”».

Premesso che non ho letto il testo della Sentenza, emessa il 18 marzo 2016 dal Giudice Giuseppe Buffone della Nona Sezione civile del Tribunale di Milano e che pertanto le mie conoscenze si limitano alle scarne note di agenzia, riportate da alcuni giornali nazionali, mi pare di poter fare queste osservazioni.

Privilegiare da parte del Tribunale la tesi del papà che opta per il figlio una scuola “statale” e non quella della madre che avrebbe viceversa preferito una scuola cattolica con la motivazione che «solo l’istruzione pubblica non rischia di orientare il minore verso determinate scelte educative o di orientamento culturale» ci mette davanti ad una sentenza che eufemisticamente potremmo qualificare assai “originale” e lontana mille miglia da tutto il dibattito pedagogico, svoltosi in Italia in questi ultimi trent’anni e che ha trovato, nel susseguirsi delle varie riforme dell’intero sistema di istruzione e formazione, precise “traduzioni” a livello di ordinamenti, formazione dei curricoli, progetti educativi di istituto, piani dell’offerta formativa, valutazione, profilo in uscita degli studenti, ecc..

Essa manifesta diverse aporie culturali e pedagogiche. Mi limito a richiamarne solo tre:

  1. che l’istruzione possa essere “neutra” rispetto ai valori e ai comportamenti qualora si svolga in una istituzione “statale” dimenticando che l’istruzione è per se stessa educativa o diseducativa a seconda del quadro di valori o disvalori di riferimento e dei metodi utilizzati;
  2. che la scuola cattolica, in quanto appunto cattolica, sia una scuola di “orientamento = indottrinamento” come se vi potesse essere (vera) educazione violando la coscienza degli alunni e la libertà di scelta educativa dei genitori;
  3. che solamente la scuola statale sia una istituzione “pubblica” a differenza di quella paritaria, omettendo di ricordare che vi è una legge dello Stato italiano, la legge 62/2000, che a chiare lettere attribuisce anche alla scuola paritaria il carattere pubblico e di servizio pubblico.

Altre cose si potrebbero aggiungere, ma il discorso diventerebbe troppo lungo e tecnico. Mi limito a concludere in maniera sintetica che questa sentenza traduce una vecchia e anacronistica concezione pregiudiziale tutta italiana nei confronti della scuola paritaria con la disinvoltura di chi non si accorge che la coscienza dei diritti civili (compreso quello della libertà di scelta educativa) va maturando anche nel nostro Paese, che in quasi tutta Europa argomentazioni del genere screditerebbero pesantemente la professionalità di chi le andrebbe a sostenere, che il vero ed unico problema quando si parla di scuola non è quello dell’etichetta “statale” o “paritaria”, ma quello della “qualità dei servizi erogati”, perché è solo la “qualità” che garantisce il bene degli alunni e quindi il loro diritto di essere istruiti ed educati conformemente ai loro bisogni ed aspirazioni.

Francesco Macrì
Vicepresidente nazionale Fidae, membro del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI)

Foto Ansa

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8 commenti

  1. Turbine

    — “1 che l’istruzione possa essere “neutra” rispetto ai valori e ai comportamenti qualora si svolga in una istituzione “statale””

    L’istruzione DEVE essere neutra.. e avete dimenticato di dire rispetto a cosa:
    la neutralità deve essere mantenuta nei confronti di qualunque ideologia che risponda ad interessi privati e professi concetti falsi e ingannevoli.

    — “2 che la scuola cattolica, in quanto appunto cattolica, sia una scuola di “orientamento = indottrinamento””

    E’ un punto analogo al precedente: La religione, ideologia e visione parziale, spesso ingannevole, non condivisa e coercitiva non deve in alcun modo influenzare i ragazzi.

    Sopratutto quella cattolica e musulmana che infondono concetti e morale contrari al bene comune, alla democrazia e ai diritti civili con tanta fatica conquitati dalla società civile e laica.

    — “3 che solamente la scuola statale sia una istituzione “pubblica”” a differenza di quella paritaria, omettendo di ricordare che vi è una legge dello Stato italiano, la legge 62/2000″

    Quella legge voluta solo per pressione della teocrazia cattolica è contradittoria:

    la scuola privata e confessionale è per definizione non pubblica, perchè è discriminatoria, parziale, non condivide i principi della società civile oltre che ad essere a scopo di lucro.

    La scuola pubblica è un bene che il cristianesimo, l’Islam ed interessi privati vogliono distruggere mettondolo in serio e costante pericolo, perchè vogliono il comando sulla mente dei ragazzi, canellando i principi di democrazia per avere il potere sulla società.

    E voi siete complici di tutto questo, siete amorali.

    1. Giannino Stoppani

      Infermieraaaaa!
      Ma non quella dell’eparina, intendiamoci.

      1. Filippo81

        Caro Giannino a sti trolls da strapazzo l’infermiera serve poco ormai, a questi giusto Santa Rita da Cascia (se vuole ) può dare un’aiuto ! ah ah ah

    2. Michele

      “L’istruzione DEVE essere neutra.. e avete dimenticato di dire rispetto a cosa:
      la neutralità deve essere mantenuta nei confronti di qualunque ideologia che risponda ad interessi privati e professi concetti falsi e ingannevoli.”

      E quale sarebbe l’ideologia che NON risponde ad interessi privati, visto che ogni ideologia nasce come il punto di vista di una parte (quindi di un gruppo di privati) per legittimare sé stessa ed il proprio potere? O non mi verrete a dire che un governo, qualsiasi governo (compresi ovviamente quelli che ogni x anni fanno una “riforma della scuola”) non abbia una sua ideologia, parziale e non condivisa, che però viene fatta valere per tutti.
      Ed i concetti falsi ed ingannevoli quali sarebbero? Non ci avete insegnato voi laicisti che ognuno ha la sua “verità” e non può imporla tramite l’istituzione pubblica? Ed ora invece ci venite a dire che esistono falsità, evidentemente tali per tutti?
      Quali sarebbero i principi della società civile o la morale contraria al bene comune? Se si afferma che la “laicità” si distingue dalle altre ideologie in quanto è pluralista, mentre le altre sarebbero assolutiste, come si può affermare che esista un bene comune, cioè valido per tutti? Invero ognuno ha la sua concezione di bene, ed ovviamente i propri principi di società civile. Non accettate ciò? Allora sarebbe la vs. stessa “laicità” ad accusarvi di totalitarismo.

    3. Antonio

      eccone un altro

    4. Filippo81

      ah turbine ( che nick “scientifico” stavolta) te lo dicevo da ragazzino di metterti il casco quando andavi sul monopattino ! ah ah ah

  2. Menelik

    Io sono insegnante precario con contratto annuale (3° fascia) di una disciplina tecnico-scientifica in una scuola superiore.
    E’ da una quindicina d’anni che giro nelle scuole, pressoché esclusivamente ITIS e IPSIA.
    E devo dire che la scuola statale non è assolutamente sinonimo di scuola buona o cattiva.
    Ci sono delle scuole che sono molto valide e si possono fare belle lezioni, e altre che più che scuole sembrano anticamere di riformatorio.
    Io do molta importanza al comportamento, perché il pessimo comportamento di alcuni rende difficoltoso seguire le lezioni da parte di altri che vorrebbero avere un buon profitto consapevoli di avere problemi nell’apprendimento e nello studio, ma sono “tirati in torta” da quattro disgraziati a cui non interessa nulla della scuola, ma sono lì solo per passare qualche anno nel più totale disimpegno.
    Ci sono scuole statali dove fai lezioni belle ponderose, dove parti da un argomento scientifico e arrivi a delineare un pezzo di storia dell’umanità, e altre che sono come l’HIV, se le conosci, le eviti.
    Nelle une sei lì per fare il chimico, il fisico o quello che è.
    Nelle altre sei lì solo per San Paganino : scuola disorganizzata, preside “pecora” e utenza arrogante e profondamente disturbatrice.
    Queste ultime sono le scuole dove ci possono essere episodi di bullismo, nelle prime vengono stroncati sul nascere perché c’è un rapporto completamente differente tra studenti e docenti, c’è un buon rapporto.

  3. giovanna

    Come si presenterà qui la trollona ?
    Come “nino” o con la sfilza di horror-nick con nome e cognome farlocchi ?
    In ogni caso, non rinuncerà, l’occasione di ripetere le solite frasi fatte è troppo ghiotta !

    Intervista impeccabile, ma nulla di nuovo per chi abbia mai avuto a che fare col mondo della scuola e ha potuto constatare di persona che la scuola neutra è una bufala di prim’ordine.
    Certo, se poi si è in cattiva fede e si vive attraverso la propaganda laicista del web, non conoscendo altra realtà di quella filtrata dalla propaganda, è tutt’altra storia.
    Ai tempi in cui leggevo spesso i forum del corriere, in quello dedicato a “genitori e figli” era pieno zeppo di genitori tutt’altro che cattolici, anzi, che confessavano che mandavano con soddisfazione i loro figli alla scuola paritaria cattolica perché enormemente delusi dalla “neutra” statale e ne raccontavano delle belle, ma proprio delle belle.

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