Salario minimo? «Provvedimento dal sapore elettorale»
Sarà che il megaprogetto sul reddito di cittadinanza ha sollevato molti dubbi e già fatto nascere i primi interrogativi sulla sua reale consistenza o sarà perché il M5s è alla disperata ricerca di spunti che gli permettano di recuperare il consenso perduto nei confronti dell’alleato/competitor leghista, sta di fatto che Luigi di Maio ha lanciato una nuova idea assistenzialista.
Il ministro del Lavoro ha convocato i sindacati per lanciare un tavolo di lavoro sul salario minimo. Un “minimo” che dovrebbe attestarsi sui 9 euro, ma che, se fosse introdotto, comporterebbe un aumento di stipendio annuo di più di mille euro per circa tre milioni di lavoratori, ma anche un aggravio di costo per le imprese di circa 2,3 miliardi.
Altre priorità
Carlo Costalli, presidente di Mcl ha così voluto precisare cosa comporterebbe l’introduzione del salario minimo: «Sebbene l’intenzione di contrastare il lavoro “povero” e mal retribuito attraverso l’introduzione di un salario minimo sia apprezzabile, mi pare tuttavia che il Paese abbia necessità di ben altre ricette per superare lo sfruttamento, la disoccupazione, il lavoro nero. Servirebbero, anziché provvedimenti che hanno il sapore di spot elettorali, politiche complessive in grado di incidere sul reddito e sulla qualità della vita delle famiglie, in primis una politica fiscale non iniqua e investimenti coraggiosi per rilanciare l’occupazione, specie quella giovanile».
Foto Ansa
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