
Ruzzle, l’app dei record pronta a diventare un programma tv
È sicuramente il gioco del momento. Chiunque abbia scaricato di recente Ruzzle sul proprio telefonino si sarà reso conto della quantità di amici pronti a sfidarsi a colpi di parole da trovare all’interno di un quadrato con sedici lettere. Sul tram, per strada, forse anche sul luogo di lavoro, dal parrucchiere, in visita dalla nonna e nella sala d’attesa del dentista si vedono decine di persone chinate sullo schermo che agitano il dito a destra e sinistra.
TV. Ruzzle è un fenomeno mondiale, l’ultima ossessione in fatto di giochi. Talmente facile e dall’impronta nazionalpopolare da spingere la tv italiana a metterlo sotto la lente d’ingrandimento. L’ha rivelato il conduttore per eccellenza di game show preserali, Gerry Scotti, che nel corso di un’intervista a Tgcom24 ha dichiarato: «Abbiamo già contattato la società che produce Ruzzle per trasformarlo in un nuovo format. In questo periodo in cui l’idiozia pare dominare, un gioco che usa le parole non può che fare bene a tutti». Mediaset ha quindi bruciato sul tempo tutti i competitor televisivi e presto potrebbe trasformare un’app in un preserale dagli ascolti record. Con un unico dubbio: la forza di Ruzzle sta nel suo approccio social, nella possibilità di sfidare e battere con il sorriso sulle labbra amici e parenti. In tv potrebbe essere meno accattivante, a meno che, come è prevedibile, l’abilità di scovare parole nascoste non frutti un bel gruzzoletto.
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