Si stima che soddisfare con l’atomo il 10 per cento del fabbisogno al 2050 ci farebbe ridurre le emissioni del 20-30 per cento. Non stupisce che l’Europa lo annoveri tra le fonti green. È la chiave per la sostenibilità
La realtà è più forte dell’ideologia ed è così che l’energia nucleare è tornata prepotentemente a far parlare di sé. La congiuntura internazionale che vede, da un lato, il protrarsi della guerra in Ucraina e una grave instabilità dell’intero quadrante mediorientale e, dall’altro, i crescenti impegni sulla riduzione delle emissioni climalteranti, impone alla politica di essere pragmatica e capace di superare la debolezza europea sul piano degli approvvigionamenti energetici.
Pace e benessere – e quindi le fondamenta sulle quali l’Unione Europea è nata e si regge – dipendono anche e soprattutto da come la transizione energetica verrà risolta. D’altro canto, le energie rinnovabili, sulle quali abbiamo giustamente puntato, presentano alcuni limiti strutturali in termini di scarsa capacità di programmazione, intrinseca variabilità e intermittenza e difficoltà di stoccaggio.
E non possiamo chiuderci dentro un ambientalismo ideologico che, con il pretesto di tutelare la natura, danne...