Riscaldamento globale. Si può criticare pubblicamente il catastrofismo climatico? In Francia no
In Francia si può dire pubblicamente che i partigiani del riscaldamento globale sono troppo «allarmisti» e che il loro «catastrofismo è esagerato»? No e il caso che ruota attorno a Philippe Verdier, uomo meteo di France 2, e al suo nuovo libro lo dimostra.
IL LIBRO SCANDALO. France 2, equivalente di Rai 1, è la più importante emittente pubblica del paese. Verdier, oltre a presentare le edizioni del meteo delle 13 e delle 20, ricopre anche il ruolo di responsabile del servizio meteo di France Télévisions. Il giornalista, che detiene un master di secondo livello in Sviluppo sostenibile e che ha coperto le conferenze sul clima di Bali (2007), Copenaghen (2009) e Cancún (2010), ha appena pubblicato un libro per Ring Editions dal titolo Climat Investigation.
CONFERENZA SUL CLIMA. Il periodo di pubblicazione è strategico, visto che a dicembre si terrà la Conferenza sul clima di Parigi (COP21), dove gli esperti sperano che le potenze mondiali si accordino per contenere il riscaldamento globale a 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali. Secondo le stime, non sempre attendibili, per raggiungerlo il mondo si può permettere di emettere solo altri 1.200 miliardi di tonnellate di Co2 da qui alla fine del secolo. Ma al ritmo attuale, ci metteremmo 30 anni a raggiungere i 2 gradi e nei 60 successivi supereremmo abbondantemente la soglia. La Cina da sola, per fare un esempio, emette 10,4 miliardi di tonnellate di Co2 all’anno.
[pubblicita_articolo]ATTACCO AL CATASTROFISMO. Nel suo libro, apprezzato da alcuni, contestato da molti, Verdier parla di «manipolazioni» dei dati scientifici, di «conflitti di interessi» in seno alle più grandi organizzazioni che chiedono la riduzione delle emissioni e di «scandalo planetario» a riguardo del catastrofismo ingiustificato, vista la confusione sui dati e i dubbi sull’origine umana di molti fenomeni climatici. Attacca poi le lobby, le ong ambientaliste e i governi. Nel suo libro, infatti, è contenuta anche una lettera aperta rivolta al presidente della Repubblica François Hollande.
LA LETTERA A HOLLANDE. Rivolgendosi all’inquilino dell’Eliseo, Verdier scrive: «Tra due mesi la Francia accoglierà la COP21, conferenza delle Nazioni Unite sul clima. I suoi uomini l’avranno sicuramente informata che non servirà a niente, esattamente come le venti precedenti. Allora perché continuare a far finta di salvare il pianeta? Da più di un anno, un refrain “green” sull’avvenire del pianeta ritorna in ogni suo discorso. Lei esagera ogni volta per sottolineare la sua volontà di riunirsi con le altre potenze e sventare il cataclisma annunciato. Ma nelle sue parole ritrovo a stento la sincerità e l’intenzione di agire in modo posato e costruttivo. Nelle sue mani, il clima non è che una carta come tutte le altre».
VERDIER OSTRACIZZATO? Dopo quest’uscita, a partire dal 12 ottobre, il giornalista non ha più presentato il meteo delle 13 e delle 20, sostituito all’improvviso da Anaïs Baydemir e Tania Young. Secondo molti organi di informazione, France Télévisions avrebbe chiesto a Verdier di dissociarsi dal contenuto dell’opera da lui scritta. Essendo impossibile, l’emittente avrebbe imposto al giornalista un “congedo forzato” fino al 26 ottobre. Molti si sono anche insospettiti leggendo la nuova descrizione dell’account Twitter dell’ambientalista scettico: «Account personale. Meteo in tv in Francia (non posso aggiungere altro)». Perché non fa alcuna menzione di France 2? Europe 1, dopo aver ipotizzato l’ostracizzazione del giornalista, ha cercato di ottenere spiegazioni dalla casa editrice Ring, che ha risposto solo con un “no comment”. Verdier, però, ritwittando l’articolo di Europe 1, ha commentato: «Grazie per aver spiegato che cosa sta succedendo intorno al libro Climat Investigation“.
«SONO SCIOCCATO». Ieri, in serata, tutti i dubbi sono stati sciolti dallo stesso Verdier, intervistato su Rtl: «Dovevo tornare al lavoro lunedì. Adesso dovrei essere a preparare il meteo della sera. Sono scioccato, non ho preso io questa decisione», ha dichiarato ammettendo di essere stato fatto fuori a causa del suo libro. «Mi è arrivata una lettera in cui mi si chiedeva di non tornare al lavoro e questo non ha niente a che fare con il mio lavoro ma ha molto a che fare con il mio libro. Non sono una vittima, ma è proprio come scrivo nel libro: ogni opinione contraria [al catastrofismo sul riscaldamento climatico] deve essere eliminata e ora mi attaccano sul mio lavoro. Nel mio libro ho scritto che sarei diventato un paria pubblicandolo. Ecco, penso di aver previsto bene una parte degli avvenimenti che sarebbero accaduti».
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17 commenti
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Nel TG di RAI 2 hanno dichiarato che il meteorologo in questione è stato licenziato poiché non redigeva buone previsioni. Che figli di buona donna…
Ho così tanta fiducia nell’ideologia del global warming da essere sempre più convinto che l’umanità si estinguerà per una tremenda glaciazione
Ma no, Mappo, ci estingueremo prima se andiamo avanti con questo odio feroce che vede guerre e guerriglie quotidiane in ogni dove nella faccia della Terra!
In realtà sappiamo ben poco dei cambiamenti climatici, però sappiamo che il clima è instabile e soggetto a radicali mutamenti indipendenti dall’uomo, basati ad esempio sui parametri orbitali e dell’asse di rotazione terrestre e sull’influenza delle emissioni solari (che non sono costanti ma presentano anch’essa una ciclicità) e della radiazione cosmica. In questo contesto complesso l’anidride carbonica in realtà gioca un ruolo minore, dal momento che ci sono gas (come il metano) assai più efficienti in tal senso; chiaramente, è meglio spaventare e criminalizzare la gente con la menata del riscaldamento globale (che però dipende poco dall’uomo, se noi fossimo la causa del 10% dell’incremento di temperatura sarei stupito) che non invece far presente che siamo all’interno di un ciclo antiglaciale, che sta per finire e per iniziare un nuovo e repentino raffreddamento (evidenziato proprio da questi aumenti di temperatura).
Che non sia responsabilità (o solo responsabilità) dell’uomo è evidente dalla storia: fino alla fine del ‘300, per esempio, in Groenlandia si coltivava la vite e, ad eccezione delle regioni interne, era libera dai ghiacci; 5000 anni fa il mare era alcuni metri più alto del livello attuale, e la temperatura media era più alta di quella attuale; prima del Drias recente (circa 10000-11000 anni fa) in Inghilterra c’erano gli ippopotami ed il nocciolo, pianta tipicamente mediterranea; allo stesso modo, all’epoca degli antichi romani faceva ben più caldo rispetto ad oggi (Annibale attraversa le Alpi con degli elefanti per esempio, animali che sicuramente non tollerano il tempo). Questi esempi (che risalgono al più a qualche centinaio di anni fa) dimostrano non solo come il clima non sia stabile (esemplificativa ad esempio la “Piccola Glaciazione” verificatasi tra ‘500 e ‘700) ma anche come la presenza umana abbia un impatto scarso o persino quasi trascurabile sul clima.
Ciclo interglaciale, non antiglaciale, scusate.
Mah, i dati in realtà ci dicono chiaramente che da quando la popolazione mondiale ha iniziato a crescere in maniera esponenziale, la CO2 ha iniziato a crescere anch’essa (e con lei tutti gli altri gas serra, CH4 su tutti). Si è passati da 280 ppm a 386 ppm di CO2 nel giro di 250 anni. E guarda caso, lungo lo stesso arco di tempo la temperatura media globale è salita di 2-2.5 K!
Mai nella storia si è osservato un aumento di temperatura in tempi così brevi. Altro che piccola glaciazione (-0.5 K rispetto alla “media”). Poche storie, la questione c’è e va affrontata. Magari senza prenderla in maniera ideologica come certe lobbies. Ma il problema c’è e ne va inevitabilmente della sopravvivenza (o adattamento) delle specie viventi sulla Terra. Ci rendiamo conto che fino al 1750 eravamo in 500 milioni e adesso siamo più di 7 miliardi?
No, i dati dicono che siamo in una fase di riscaldamento probabilmente precedente un evento glaciale. E’ già successo nel corso della storia e ben prima dell’invenzione delle macchine a vapore, lo studio della geologia lo dimostra; peraltro, la CO2 come gas serra non è tutto questo granché in confronto a metano ed al vapore acqueo. Tra l’altro, simili cambiamenti possono essere ben più che improvvisi (nell’arco di un secolo si è passati dal cosiddetto “Massimo Medievale” alla “Piccola Glaciazione”), e questo non deve stupire dato che la cosa più variabile nel sistema Terra è proprio il clima, che è tutto meno che fisso (specie adesso nell’Olocene, in cui varia con cicli di 10000 anziché 40000 anni) Certo, che ci sia un riscaldamento è chiaro; che questo (anche alla luce delle evidenze di tipo storico) sia da imputare solo all’anidride carbonica ed alla attività umana è tutto da dimostrare. Chissà perché, nessuno parla mai del fatto che la Terra è un sistema estremamente complesso, regolato per lo più da fenomeni di feedback negativo e che, pertanto, è molto difficile collegare un singolo fattore (aumento di anidride carbonica) ad un effetto macroscopico (aumento della temperatura media mondiale). Allo stesso modo, il fatto che il riscaldamento globale non sia collegabile per lo più all’attività umana non implica che si possa inquinare e deforestare liberamente, anzi; solo che forse dovremmo recuperare un po’ di umiltà e pensare che non siamo dei distruttori di mondi (o creatori, del resto).
Eppure il nesso fra CO2 antropica e riscaldamento globale è così netto che un Papa ci ha fatto su un capitolo di un libro, pardon, di una corposa enciclica 🙁
Scusate la provocazione, ma certi sbilanciamenti ecologisti proprio non li ho capiti…
Infatti quella enciclica non si capisce nemmeno se sia catalogabile come un atto magisteriale oppure no, dato che abbraccia teorie scientifiche quantomeno discutibili (peraltro, il Magistero pontificio si deve occupare di fede e di morale, non di scienza, non è quello il suo compito) ed è stato assistito nella preparazione da eretici dichiarati (vedasi il neopagano Boff).
Nel brodo di verdura ci va dentro un po’ di tutto…
Non bisogna essere catastrofisti per dire che andando avanti così la terra si riscalderà sempre di più (è scientificamente provato, non sto a ripetere quanto ho già detto in post precedenti sullo stesso argomento). Tuttavia, un conto è affermare la verità, un conto è imporre le proprie vedute. Non è un mistero che il global warming faccia gola agli interessi di certe lobbies, che impongono le loro idee a forza e silenziano col bavaglio chi vi si oppone.