I ghiacciai si sciolgono, gli orsi polari muoiono di caldo, gli uragani si abbattono sulle coste di mezzo mondo e il livello degli oceani sale fino ad annegarci? Non proprio. L’ultimo rapporto del Ipcc (Commissione intergovernativa dell’Onu sul cambiamento climatico), che sarà diffuso oggi, è costretto a fare marcia indietro e a riconoscere che il riscaldamento globale (vignetta tratta da Examiner) si è preso una pausa dal 1998.
L’HIMALAYA NON SI SCIOGLIE PIÙ. È vero, l’Ipcc resta un organismo non attendibile, visto che aveva previsto che l’Himalaya si sarebbe sciolto nel 2035, e gli allarmisti faranno sicuramente leva sulle parti del rapporto dove si dice che «siamo certi al 95 per cento, contro il 90 del 2007, che il riscaldamento globale è causato dall’uomo», ma la sostanza delle scoperte di una delle commissioni più allarmiste che ci siano dice altro.
DITELO AD AL GORE. Come già si stimava negli altri rapporti, l’ultimo sei anni fa, la temperatura si alzerà a fine secolo di un grado o al massimo di 3,7 e non di 5 come sostengono tanti allarmisti. Il livello del mare non salirà di 2 metri, o di 6 come sosteneva il premio Nobel per la pace Al Gore, ma se va male di 62 centimetri alla fine del secolo. Inoltre, se nel rapporto del 2007 si indicava con un grado di certezza del 50 per cento che le catastrofi naturali sono causate dalle troppe emissioni di Co2, ora la certezza è scesa al 21 per cento.
«TEMPERATURA CRESCIUTA POCO». Ma il dato più importante, e difficile da spiegare per l’Ipcc, «è che negli ultimi 20 anni la temperatura è cresciuta di poco o niente», scrive Bjorn Lomborg, il famoso ambientalista scettico che il capo dell’Ipcc ha chiamato «Hitler» solo perché ha detto che il global warming non è poi così grave. «Per essere chiari – continua – questa diminuzione non indica che non esiste il global warming, ma che non è così elevato».
PREVISIONI ERRATE DEL 300%. I modelli climatici usati dall’Ipcc per fare previsioni negli ultimi decenni hanno sovrastimato la temperatura degli ultimi 15 anni del 300 per cento (grafico sopra). Non a caso, nell’ultimo rapporto, non si chiede più ai paesi del mondo di tagliare le emissioni di Co2 «o di riempire il mondo di pannelli solari».
AVANTI COME PRIMA. Ci eravamo sbagliati, quindi, ma questo non significa che bisogna cambiare rotta. Il commissario Ue per il clima, Connie Hedegaard, ha dichiarato infatti settimana scorsa: «Poniamo che la scienza un giorno dica: “Ci siamo sbagliati”. Non sarebbe comunque un bene aver fatto quelle cose che devono essere fatte per combattere il cambiamento climatico?». Risponde James Delingpole, giornalista del Telegraph ed esperto di cambiamento climatico: «Se lei intende far aumentare senza motivo i prezzi dell’energia, tappezzare le campagne di turbine eoliche e terrorizzare i bambini su un problema immaginario, allora la maggior parte di noi probabilmente risponderebbe: “No”». (Nel grafico sotto, la temperatura media degli ultimi anni).