Gita al mulino? Si può fare. Il mulino è quello di Bàresi (Val Brembana, 90 chilometri da Milano) la piccola costruzione in pietra dal 1635 bandiera della famiglia Gervasoni, che da oltre tre secoli tramanda di padre in figlio le professioni di mugnaio, torchiaro e fabbro. Un simbolo della professionalità contadina bergamasca, originariamente parte di un sistema composto da cinque opifici: due mulini, un torchio, un maglio e una segheria, in grado di produrre da sole quasi tutti gli alimenti e gli strumenti essenziali nel mondo contadino di allora. Vittima anche lui dell’inesorabile fluire del tempo, il mulino aveva visto la sua ruota fermarsi, al ritmo di ingranaggi arrugginiti da un’acqua che non c’era più. Ma i desideri, si sa, quando sono condivisi diventano più reali. Soprattutto se il genio della lampada a cui rivolgersi è il Fai – Fondo per l’Ambiente Italiano, la fondazione senza scopo di lucro nata nel 1975 per tutelare e rendere vivo e fruibile il patrimonio artistico e naturalistico italiano. E così, grazie alle 1.300 firme raccolte dai cittadini di Roncobello nell’ambito dell’iniziativa “I Luoghi del Cuore”, il censimento sui posti da salvare, il mulino è stato restaurato, ed è pronto per essere visitato.
E già che ci siamo la passeggiata nei boschi è obbligatoria. Il tutto in perfetta linea con la missione del Fai, che acquisisce, restaura, gestisce e riapre al pubblico i più bei gioielli italiani per consentirne la fruizione migliore possibile. Un modo originale per arricchire il fine settimana con una gita fuori porta direttamente all’interno della nostra storia. Al suono ammiccante e corroborante di una ruota di nuovo in vita.
Per informazioni: Mulino di Bàresi Roncobello (Bg) 034584197; ufficio proprietà Fai (Annamaria Morando 02467615280).
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi