Le cronache portano tutti i giorni davanti a noi episodi di violenza, di malattia e di morte che dovrebbero toccarci profondamente. Purtroppo, la molteplicità di questi eventi facilita l’abitudine. Ma c’è un fatto a cui è impossibile abituarsi: la morte di un figlio. È un evento che va decisamente contro la corrente della natura, contro il corso della vita.
Tutti vorremmo che i nostri figli ci accompagnassero negli anni della vecchiaia, prendendoci per mano, fino all’ultima porta che si apre davanti al grande mistero dell’Oltre.
Ancora più terribile della morte di un figlio è la sua fine attraverso il suicidio. Qui, come non mai, le parole vengono meno, i sensi di colpa tendono a sopraffarci, gli interrogativi sul senso di ciò che è accaduto si addensano e ci rendono muti. Eppure, è importante riuscire a trovare qualcuno con cui parlare, è importante verbalizzare l’indicibile. Almeno in un grido, in un urlo, in un pianto, in una domanda.
I suicidi dei giovani fra i q...
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