Caro direttore, arrivano novità importanti sulla clamorosa vicenda processuale dei pedofili della Bassa modenese, l’inchiesta costruita sulle accuse “ontologicamente possibili” (così recitavano le motivazioni della sentenza del Tribunale di Modena) di un gruppo di bambini messi sul lettino dello psicologo da “esperti di abuso” e assistenti sociali. Una brutta storia con 17 imputati e 13 minori sottratti alle famiglie di cui Tempi si era occupato fin dal luglio 2000.
Dopo i primi 8 presunti pedofili completamente scagionati tra 2001 e 2002 dalla Corte di appello e di Cassazione, che hanno demolito le incredibili storie raccontate dai bambini coinvolti nel processo (sacrifici umani, decapitazioni, orge e messe nere nei cimiteri di Massa Finalese, fatti senza alcun riscontro oggettivo) e dopo la morte per crepacuore di don Giorgio Govoni nello studio del suo avvocato il 19 maggio 2000, troppo presto per leggere la sua sentenza di assoluzione, lo scorso 1 aprile è arrivata la seconda assoluzione post-mortem per il sacerdote: il Tribunale di Reggio Emilia ha scagionato «perché il fatto non sussiste» Enzo Morselli insieme ai due figli Emidio e Giuseppe, accusati in concorso con don Giorgio di aver violentato la nipotina di 12 anni Paola (il nome è di fantasia) con una frasca di mezzo metro, il tutto nel retro della scuola media alle ore 13, mentre lo scuolabus in partenza aspettava la piccola.
Questa volta i giudici di Reggio Emilia non hanno creduto al racconto di Paola, raccolto e interpretato dai soliti “esperti dell’abuso”. I Morselli restano comunque in carcere perché condannati nel secondo filone dell’inchiesta sui pedofili del Tribunale di Modena, condanna confermata in appello e in cassazione.
In questo caso le parole dei bambini contro di loro sarebbero credibili, anche se sono molti i dettagli inverosimili, da considerare come elaborazioni artificiose di un’esperienza realmente vissuta.
Naturalmente, dopo la sentenza di Reggio Emilia, il legale della famiglia Morselli Guido Bomparola annuncia battaglia: «Inizieremo il processo di revisione per Enzo, Emidio e Giuseppe, innocenti ingiustamente in carcere». E potrebbe aprirsi una prospettiva di revisione anche per un altro processo molto controverso: quello contro Lorena e Delfino, i genitori di Paola, accusati di aver violentato i quattro figli. Intanto nella Bassa modenese cresce l’attesa: tra pochi mesi Paola compirà 18 anni. E sarà libera da ogni tutela…
Francesco Esposito, Milano
Caro direttore, ho avuto la possibilità di leggere il primo numero della rivista Atlantide dal titolo “Ce la faremo? Tra precoce declino e rinnovato sviluppo.” Siccome ritengo che questo sia un avvenimento di portata storica voglio dirti quello che penso. Prima di tutto la domanda che compare sul numero è quello che tutti ci facciamo e infatti quando ho fatto vedere la rivista al mio amico Luca che è un imprenditore mi ha detto: «è vero! Ce la farò questo mese ad avere i soldi per pagare i miei operai e non dover chiudere la mia azienda che ho ereditato da mio padre?». Ecco quindi viene colta e ascoltata la domanda che la gente si fa sulla possibilità di poter vivere e costruire nell’oggi.
Ma dalla lettura attenta degli articoli e soprattutto dalla sintesi di inizio numero emerge che dal dialogo costruttivo tra personalità di elevato livello, ma di differente estrazione, si delinea una possibile risposta a questa domanda. Infatti con il contributo specifico di ciascun intervento viene individuata una strada che riesce a valorizzare tutto il positivo che è presente come risorsa nel nostro paese nell’ottica della costruzione di un futuro rispettoso delle generazioni future. Mi piace molto perché così capisco quello che succede e avendo chiara la strada posso dare il mio contributo concreto con il mio lavoro e partecipare quindi di un’opera comune.
Per finire, il mio consiglio: chi vuole vivere da uomo e vuole costruire ha bisogno, come il mio amico Luca, di amici che lo sostengano nel suo lavoro quotidiano, per risolvere i problemi di tutti i giorni, ma anche di un giornale come questo che aiuti e sostenga la speranza di poter costruire con il proprio lavoro una società dove vivere una vita piena di gusto.
Giuliana Valzasina, Milano
è bello che ci siano dei fan come lei del supersonico Giorgio Vittadini. Anche noi gli vogliamo bene e piace anche a noi questa sua creatura editoriale, così seria e autorevole. Va bene lo spot?