Referendum Bologna. Il ministro Carrozza vota B: «Dobbiamo pensare ai bambini»

Di Redazione
23 Maggio 2013
Il ministro dell'Istruzione sostiene la convezione del Comune con gli asili privati paritari: «Il mio interesse è appoggiare gli accordi che vedono il ruolo delle paritarie per coprire tutti i posti per i bambini»

Anche il ministro dell’Istruzione ha preso posizione sul referendum di Bologna: voterà B, come bambini, a sostegno del finanziamento pubblico alle scuole materne private paritarie. Anzi, in realtà, Maria Chiara Carrozza non voterà, ma solo perché è pisana di nascita, nella consultazione che si terrà domenica 26 maggio nel capoluogo emiliano-romagnolo. Fatto sta che il suo endorsement per il modello pubblico integrato vigente nella città del sindaco del Pd, il suo partito, Virginio Merola, è arrivato ed è stato inequivocabile.

OPZIONE B, COME BAMBINI. «Dobbiamo pensare ai bambini che vanno a scuola e garantirne la copertura. Il mio interesse è appoggiare gli accordi che vedono il ruolo delle paritarie per coprire tutti i posti per i bambini», ha detto il ministro Carrozza intervenendo da Firenze al congresso della Cisl scuola a pochi giorni dal referendum consultivo sui fondi comunali alle scuole private dell’infanzia, in programma domenica a Bologna. Opzione B, dunque, anche per lei, in difesa dell’attuale sistema integrato pubblico-privato, adottato con successo da quasi vent’anni a Bologna.

NO AI MASSIMI SISTEMI. Secondo il ministro, «il referendum ha dato un inquadramento politico che va al di là della necessità per i bambini stessi e delle famiglie di avere una risposta a settembre», che deve essere messa davanti a tutto. Rivendicazioni ideologiche comprese. Perché, ha spiegato il ministro, «è scorretto parlare dei massimi sistemi, che sono questioni importanti come quelle dei fondi pubblici alla scuola, ma che non devono avere una ricaduta su chi deve garantire un servizio come il sindaco di Bologna». E ancora: «Le scuole paritarie hanno degli obblighi da rispettare nei contratti con gli insegnanti, nei programmi, nel come si pongono, e hanno un valore importante perché offrono un servizio che permette a un comune di soddisfare le esigenze delle famiglie».

NIENTE DISPUTE IDEOLOGICHE. Immediata la reazione della Cgil: il ministro «difenda la scuola pubblica, laica e inclusiva anziché schierarsi a senso unico a favore delle private paritarie», ha detto Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc. Mentre il segretario bolognese del Pd Raffaele Donini ha fatto sapere: «L’obiettivo di eliminare le liste d’attesa resta alla nostra portata». Poi ha aggiunto: «Non si cominci una disputa ideologica, che magari favorisce la visibilità mediatica dei proponenti, REFERENDUMB-come-Bologna copiama al tempo stesso restituisce enormi problemi alla scuola dell’infanzia bolognese».

SILENZIO. Un’ordinanza appena emanata dal sindaco, intanto, ha vietato, per domenica, ogni azione di propaganda a 300 metri dai seggi. I referendum comunali, infatti, non prevedono le stesse restrizioni delle consultazioni nazionali. E il consueto silenzio del sabato, pertanto, non ci sarà.

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