
Rassegna stampa/2 Filippi (Giornale): «Che un padre ammazzi le figlie è inspiegabile, c’è un fattore misterioso nella realtà»
Stefano Filippi, inviato del Giornale, ha selezionato per Tempi le notizie più interessanti della giornata: «Berlusconi è un peccatore come tutti, non è una notizia; prudenza con l’Egitto, Mubarak è sempre autoritario ma non è scontato che la piazza porti alla democrazia; un padre che uccide le sue due figlie è inspiegabile, nessuna ragione psicologica basta. E’ evidente che un mistero c’è, ma è buono per qualcuno? Come si documenta?».
Oggi il Foglio ha pubblicato un’intervista al premier Silvio Berlusconi, che spiega come «vogliano farmi fuori senza ricorrere al voto popolare».
La cosa più curiosa di questa intervista è che qualche giornale, riportandola, titola: “Sono un peccatore”, come se questo non fosse un fatto scontato, perché tutti lo siamo. Poi Berlusconi attacca pm, giornalisti, fa paragoni con la Ddr nazista: il livello dello scontro si alza. La partita in questi giorni si gioca a Milano: la manifestazione di Ferrara, l’assemblea fondativa del partito di Gianfranco Fini, Futuro e libertà, quella delle femministe. Vediamo cosa succederà.
Tutti si aspettavano che ieri sera il presidente egiziano Hosni Mubarak, durante il discorso alla nazione, annunciasse le sue dimissioni. Invece non è stato così.
Soprattuto Corriere e Repubblica titolano in modo strano: “Mubarak si aggrappa al potere” e “Il faraone di plastica”. Si vuole dare l’idea che la transizione si stia trattando in modo autoritario ma il regime è sempre stato così. La situazione è difficile e Mubarak sta cercando di gestirla. Intanto, in altri paesi arabi non c’è la stessa libertà di manifestare. E poi alla democrazia bisogna arrivarci e non è scontato che la piazza la garantisca: bisogna evitare la teocrazia islamica, con i Fratelli Musulmani che fino ad ora sono stati abbastanza sullo sfondo. Per questo, in Occidente bisognerebbe trattare con più prudenza questo evento.
Sono state trovate delle lettere in cui Matthias Schepp, il padre suicida delle gemelline scomparse Alessia e Livia, scrive alla moglie riferendosi alle figlie: «Le bambine riposano in pace, non hanno sofferto».
I giornali sono pieni di interrogativi per spiegare la fine delle bambine che hanno fatto una fine così tragica. Penso che l’unica domanda da farsi sia: cosa può spingere un padre ad ammazzare le sue due figlie? Ma anche qualora si arrivi a una risposta psicologicamente attendibile – attività in cui i talk show si impegnano di continuo – la verità è che la risposta non esiste. E’ un atto che va troppo contro l’umano. Fatti come questo ci mettono davanti all’evidenza che nella realtà c’è un fattore misterioso a cui bisogna arrendersi. Ma c’è qualcuno che sperimenta che questo mistero è buono? Come si documenta? Penso che queste siano le domande a cui tutti siamo richiamati.
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