«Lacunosa e contraddittoria». Intellettuali francesi smontano l’inchiesta sugli abusi della Chiesa

Giuristi e filosofi dell'Académie catholique de France hanno analizzato il rapporto Sauvé trovando falle metodologiche, pregiudizi evidenti e poco rigore scientifico

Papa Francesco con i vescovi francesi, lo scorso 23 settembre in Vaticano (foto Ansa)

Parigi. Mentre il Monde, il quotidiano dell’establishment goscista parigino, metteva le sue colonne a disposizione di un filosofo (?), tale Vincent Cespedes, che invita a “dissolvere la Chiesa cattolica”, definendola un’istituzione “criminale”, un gruppo di otto intellettuali e membri eminenti dell’Académie catholique de France analizzava nel dettaglio il rapporto Sauvé sugli abusi sessuali dell’Église di Francia tra il 1950 e il 2020, mettendo in luce le gravi falle metodologiche e i pregiudizi della commissione guidata dall’alto funzionario ed ex vicepresidente del Consiglio di Stato, Jean-Marc Sauvé.

Numeri che non tornano

L’analisi critica del rapporto Sauvé sfornata dagli otto intellettuali e inviata alla Santa Sede denuncia “la metodologia lacunosa e contraddittoria”, “le gravi carenze”, “la mancanza di rigore scientifico”, “l’ostilità nei confronti della Chiesa”, “i pregiudizi” e “i preconcetti ideologici” contenuti nel documento che ha provocato un terremoto nelle gerarchie ecclesiastiche francesi e sta mettendo in imbarazzo il Vaticano. Tra i firmatari del testo, composto da quindici pagine, figurano giuristi rinomati come Hugues Portelli e il celebre filosofo Pierre Manent. Commissionata e finanziata dalla Conferenza episcopale francese (Cef) nel novembre 2018, la relazione Sauvé aveva come missione quella di comprendere quali fossero le cause e l’entità degli abusi sessuali commessi nella Chiesa di Francia e di proporre una serie di piste per trattare i problemi a livello di istituzione ecclesiastica e risarcire le vittime.

Secondo le stime, sarebbero 330mila le persone che hanno subìto abusi da parte di preti o laici che lavorano nella Chiesa. Il rapporto sottolinea inoltre il carattere “sistemico” di questi atti. Ma le conclusioni a cui sono giunti Jean-Marc Sauvé e i suoi collaboratori non hanno affatto convinto gli otto intellettuali. La prima critica riguarda la discutibile metodologia statistica, che ha portato la commissione Sauvé a passare dalle 171 persone realmente sondate e che hanno affermato di essere state vittime di abusi sulla base di un sondaggio su internet senza alcuna verifica sui fatti denunciati, alla sorprendente “stima” di 330mila vittime.

Ostilità contro la Chiesa e ignoranza dell’istituzione

I firmatari, in seguito, prendono di mira i “pregiudizi di natura ideologica” contro la teologia cattolica, che mostrano non solo un’ostilità verso la Chiesa, ma anche una scarsa conoscenza dell’istituzione da parte della commissione, le cui raccomandazioni escono spesso dal “campo della competenza” inizialmente fissato dalla Cef. Infine, puntano il dito contro l’utilizzo della formula “responsabilità collettiva” della Chiesa, rimproverando alla commissione Sauvé di “confondere” la “solidarietà” dovuta alle vittime con la “responsabilità” individuale dei vescovi.

Creata nel 2008 da un gruppo di laici non legati alla Chiesa, l’Académie catholique de France riunisce sotto lo stesso tetto intellettuali, docenti universitari ed esperti in tutti i campi del sapere che si riconoscono nella confessione cristiana. Anche Jean-Marc Sauvé ne fa parte. Il presidente, Hugues Portelli, ha dichiarato al Figaro che l’analisi critica di quindici pagine non è volta a creare una «polemica», ma a «suscitare un dibattito».

Un’altra inchiesta registrava molte meno vittime

«Siamo rimasti tutti sconvolti dalla situazione delle vittime, ma abbiamo constatato che una delle inchieste del rapporto Sauvé, che ci sembrava la più rigorosa dal punto di vista scientifico, è stata puramente e semplicemente scartata a beneficio di un’altra, basata sull’estrapolazione di un sondaggio e realizzata secondo una metodologia molto discutibile. E la prima registrava un numero di vittime che era dodici volte inferiore a quello emerso nella seconda!», ha affermato Portelli.

L’autorità intellettuale dei firmatari della critica e la consistenza delle obiezioni contro il rapporto Sauvé hanno già avuto una prima conseguenza, e non certo di secondo piano. Secondo le informazioni del Figaro, il documento sarebbe infatti all’origine della decisione di Papa Francesco di “rinviare” sine die l’udienza in Vaticano di Jean-Marc Sauvé e dei membri della commissione prevista per il prossimo 9 dicembre.

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