Raid italiani sulla Libia, Napolitano: «Bene, non possiamo restare indifferenti»

Di Redazione
26 Aprile 2011
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano approva la decisione del governo di bombardare la Libia: «E' il naturale sviluppo della scelta compiuta dall'Italia a metà marzo. Il nostro contributo ha dato nuovi titoli di credito all'Italia nella comunità internazionale e va perciò valorizzato e sostenuto»

«L’ulteriore impegno dell’Italia in Libia annunciato ieri sera dal presidente del Consiglio Berlusconi costituisce il naturale sviluppo della scelta compiuta dall’Italia a metà marzo, secondo la linea fissata nel Consiglio supremo di Difesa da me presieduto e quindi confortata da ampio consenso in Parlamento», ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sostenendo con queste parole la decisione dell’Italia di partecipare a bombardamenti in territorio libico.

Napolitano lo ha detto prendendo la parola all’incontro con gli esponenti delle Associazioni Combattentistiche Partigiane e d’Arma. «Siamo dinanzi a un nuovo prorompere delle istanze di libertà e di giustizia in regioni a noi vicine e comunque importanti per le sorti della comunità internazionale, dall’Africa al Medio Oriente» ha detto il capo dello Stato. «Sono improvvisamente insorti e tendono a svilupparsi moti di ribellione contro regimi oppressivi e dittature personali, con il loro contorno di privilegi e corruzione. Si rivendica in sostanza, anche sfidando sanguinose repressioni, il rispetto di quei diritti che le Nazioni Unite sancirono come universali nella solenne Dichiarazione del 1948 e che anche nel mondo diviso in blocchi si riuscì a riaffermare nell’Atto di Helsinki del 1975, destinato a divenire una delle leve essenziali per l’esplodere delle rivoluzioni democratiche nei paesi dell’Europa centro-orientale».

«Oggi – ha aggiunto Napolitano – ci interroghiamo, in Europa e in tutto l’Occidente, sulla possibilità di rivoluzioni o evoluzioni democratiche nel mondo arabo, fatto senza precedenti e carico di potenzialità straordinarie. E le previsioni non sono facili, né è semplice il compito che può spettare a paesi come il nostro. Ma ciò non toglie che sentiamo, in particolare, noi italiani, nel ricordo delle lotte di liberazione e del 25 aprile, di non poter restare indifferenti di fronte al rischio che vengano brutalmente soffocati movimenti comunque caratterizzati da una profonda carica liberatoria. Non potevamo restare indifferenti alla sanguinaria reazione del colonnello Gheddafi in Libia».

«Il contributo alle missioni dell’Onu, della Nato, dell’Unione Europea ha posto in luce l’alta sensibilità e la qualità operativa dei nostri militari, insieme con il loro spirito di sacrificio a cui rinnovo il mio omaggio. Inoltre questo contributo ha dato nuovi titoli di credito all’Italia nella comunità internazionale e va perciò valorizzato e sostenuto», ha terminato il presidente della Repubblica.

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