Rai. La controreplica di Anzaldi: «Dato assurdo su browser unici, siano trasparenti»

Di Redazione
24 Marzo 2017
«Trenta milioni di visitatori sito in sei mesi come dire che Tg1 ha fatto un miliardo di spettatori». Le parole del segretario della commissione di Vigilanza Rai.
Il deputato del PD e segretario della commissione di vigilanza Rai, Michele Anzaldi, posa per una fotografia a Roma, 17 aprile 2016. ANSA/LUCIANO DEL CASTILLO

In seguito all’intervista di tempi.it al segretario della Commissione di vigilanza Rai, Michele Anzaldi (Anzaldi: «Vi racconto la compagnia del “Cavallo magico” Rai»), abbiamo pubblicato la lettera di precisazione di Giovanni Parapini, Direttore Comunicazione, Relazioni Esterne, Istituzionali e Internazionali (Precisazione Rai sull’intervista di Anzaldi). Qui di seguito pubblichiamo la controreplica di Anzaldi.

Rai: Anzaldi (Pd), “Dato assurdo su browser unici, siano trasparenti”
“30 milioni di visitatori sito in sei mesi come dire che Tg1 ha fatto un miliardo di spettatori”

“Dire che in sei mesi il sito della Rai ha raggiunto 30 milioni di browser unici è come dire che, nello stesso periodo, il Tg1 ha raggiunto un miliardo di telespettatori, perché ogni sera fa 6 milioni di pubblico. Un dato evidentemente assurdo. Invece di scusarsi, la Rai addirittura rincara. Davvero pensano di prendere in giro in questa maniera i cittadini che pagano il canone? Quando si viene auditi in Vigilanza, un organo parlamentare, sarebbe opportuno citare dati con trasparenza. Dicano quale è la media giornaliera degli utenti unici, se vogliono fare chiarezza”. E’ quanto dichiara il deputato del Partito democratico, Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai.

“Come per le copie dei giornali – prosegue Anzaldi – nel web il dato che conta è gli utenti medi giornalieri, e per i siti Rai sarebbero tra 800mila e un milione comprendendo tutti i supporti (pc, smartphone, tablet), quindi anche eventuali doppioni. Raiplay è stata una buona iniziativa di questa dirigenza, ma di certo non per questo il direttore generale può sentirsi libero di sparare cifre in libertà. Anche perché sul web la Rai, prima redazione giornalistica del Paese, è ancora molto lontana dai maggiori siti di informazione, compresi quelli delle tv concorrenti. E dopo 18 mesi di mandato, ancora non c’è neanche uno straccio di piano informazione, mentre il precedente è stato cestinato senza alcuna motivata spiegazione e il giornalista responsabile della scrittura di quello nuovo si è dimesso. Aspettiamo anche su questo trasparenza, in Vigilanza e nei confronti degli italiani”.

Foto Ansa

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