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Ancora oggi, le guide turistiche la descrivono come una valle solitaria e selvaggia. È situata nella parte più settentrionale della provincia di Varese, al confine con il territorio elvetico. Piccoli borghi che sopravvivono faticosamente al progressivo spopolamento della montagna. Una sorta di orgoglioso isolamento sembra caratterizzare uomini e costumi. Case di pietra ammassate l’una sopra l’altra costituiscono il panorama di questi piccoli paesi della Val Veddasca. Marta è nata lì, alla fine degli anni Trenta.
«Si narrava che il nome Veddasca sia il derivato di un’antica radice linguistica, “eved” cioè abete. I vecchi raccontavano che la zona aveva visto in passato la presenza massiccia di questo tipo di alberi».
L’impressione è quella di rompere un incantesimo, di entrare con troppa prepotenza in un luogo carico di ricordi e storie di altri tempi. Storie come quella che il nonno di Marta le raccontava prima di andare a dormire. «Davanti al camino, con l’odore fort...
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