Dacci oggi il nostro lavoro quotidiano. In Italia, un paese che ha ormai raggiunto un livello di disoccupazione (media) del 12%, dove le assunzioni e il posto fisso sono diventati una sorta di miraggio, questa preghiera raccoglie le speranze di molti. Il cinquantenne rimasto improvvisamente a piedi per “ristrutturazione aziendale”, sul quale nessuno si sogna più di investire; la mamma che vorrebbe dedicare tempo alla cura dei figli, ma senza perdere il contatto col mondo del lavoro; i giovani che trovano solo occupazioni irregolari o che, conclusi gli studi, hanno necessità di costruirsi esperienze e specializzazioni anche solo per essere ricevuti a colloquio. E, sul fronte opposto, aziende che non trovano operai, che hanno problemi di budget e che chiedono “flessibilità”. Non si può perciò che rimanere provocati quando capita tra le mani una pubblicazione titolata senz’altro: “Il lavoro c’è”. Firmato: Obiettivo Lavoro, Società di fornitura di lavoro temporaneo.
Obiettivo (lavoro) centrato Obiettivo Lavoro nasce dall’incontro tra due realtà che da sempre hanno guardato con attenzione al problema dell’occupazione: la Lega delle Cooperative e la Compagnia delle Opere – la quale, per la verità, già aveva attivato per questo una propria rete di strutture, come i Centri di solidarietà o il Consorzio sviluppo occupazione (oltre a varie cooperative di servizi).
“Indubbiamente la nostra società si distingue da tutte le altre per una storia particolare – sottolinea Marco Sogaro, amministratore delegato di Obiettivo Lavoro – Innanzitutto siamo l’unica realtà italiana del settore a nascere come soggetto no profit, poi abbiamo come carattere distintivo una notevole trasversalità, con la partecipazione di associazioni diverse, ma unite da una forte sensibilità al sociale”.
“Ci si è trovati insieme sulla base di un intento comune – spiega Maurizio Broccanello, responsabile commerciale per l’Italia – quello di fare incontrare domanda e offerta nel mondo del lavoro. E quando è stata finalmente approvata la Legge 196 del 24 giugno 1997 sul lavoro iterinale, si è pensato di sfruttare le potenzialità del cosiddetto temporary work, ispirandosi all’esperienza di Start – l’agenzia olandese no profit mista pubblico-privato che attualmente controlla in Olanda il 22% del mercato del lavoro temporaneo”. Siamo all’inizio della storia di Obiettivo Lavoro, nel dicembre 1997. Una storia recente, ma che è già un successo: nei primi 18 mesi di attività i soci sono passati da 30 a poco meno di 300, ci sono filiali diffuse in modo capillare su tutto il territorio nazionale collegate direttamente alla banca dati (dove sono raccolti tutti i curricula dei lavoratori) e il capitale sociale ammonta a oltre 9 miliardi.
Una forza che non nasce dal nulla “L’idea è stata obiettivamente vincente – continua Broccanello – ad oggi abbiamo trovato lavoro a 14mila persone e il trend è in continua crescita. Inoltre siamo riusciti a creare un circuito virtuoso per cui 1 lavoratore su 5 (tendente a 1 su 4) fra quelli da noi avviati in azienda viene assunto in maniera definitiva. Siamo ormai tra i primi tre gruppi del mercato, e i nostri concorrenti diretti sono multinazionali con una vita di 40/50 anni alle spalle, quotate in borsa e con fatturati di miliardi di dollari. Rispetto a questi giganti dell’iterinale la nostra forza sta soprattutto nel fatto che non nasciamo dal nulla, ma da chi già cercava in varie forme di dare risposta al problema del lavoro e quindi conosce molto bene la situazione particolare dell’Italia”. Ulteriori novità sono attese entro la fine di quest’anno, quando verrà data alla legge 196, finora in fase sperimentale, una forma riveduta e definitiva. Dovrebbe tra l’altro sbloccarsi anche il fondo per la formazione professionale dei lavoratori iterinali, previsto dall’art. 5, a cui ogni agenzia è obbligata a versare un 5% del monte retributivo complessivo (Obiettivo Lavoro ha già versato 2,5 miliardi, ndr), una grossa occasione sia per le aziende che per il lavoratore.
Lavorare in modo nuovo Sono molte le opportunità offerte da Obiettivo Lavoro: “C’è il caso della collaborazione con Ikea – racconta Broccanello – che nell’ottobre dell’anno scorso ha aperto un grosso punto vendita a Carugate. I tempi erano particolarmente stretti e non si trovavano gli allestitori per preparare la nuova sede. Contattando il Consolato del Perù noi abbiamo reclutato molti allestitori precari della Fiera di Milano (oltre ad alcuni italiani). Questi hanno lavorato per parecchi mesi, da maggio a dicembre – siamo arrivati ad avere 550 persone impiegate in questa operazione. Ikea è riuscita a fare l’inaugurazione nei tempi previsti e circa 40 fra quelli che hanno prestato il loro lavoro sono state assunte in forma definitiva. Poi l’accordo con Omnitel, che cercava 150 persone in tutta Italia da inserire in un breve corso di formazione a Milano, per la vendita dei suoi servizi. I punti vendita su cui operavano i nostri promoter hanno registrato un forte incremento delle vendite. Per non parlare di chi non riesce ad essere assunto da nessuna azienda perché ha superato i 40 anni. Spesso è gente con un’esperienza ventennale che può ancora servire, almeno in un determinato momento. Noi li facciamo lavorare con continuità trovando aziende che hanno quest’esigenza in periodi diversi dell’anno. C’è poi la possibilità di gestire il proprio tempo in modo nuovo. Alcuni si costruiscono un part time verticale su misura: magari lavorano 9 mesi all’anno, solo la mattina, per stare coi figli. E ci sono interessanti sviluppi pure nel settore del pubblico impiego: a Roma abbiamo stipulato con l’Atac, l’azienda dei trasporti pubblici, un contratto per 400 nuovi autisti fino al 25 febbraio prossimo, in previsione del Giubileo. Con un bando di concorso pubblico, le selezioni si sarebbero probabilmente concluse ben oltre il 2000”.