Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Israele
    • Cina
    • Terrorismo islamico
    • Cristiani perseguitati
  • Politica
    • Unione Europea
    • Riforme costituzionali
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
    • Giustizia
  • Economia
    • Pnrr
    • Inflazione
    • Auto elettriche
    • Lavoro
  • Ambiente
    • Clima
    • Green Deal
    • Transizione ecologica
  • Salute e bioetica
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Blog
    • La preghiera del mattino
    • Lettere al direttore
    • Il Deserto dei Tartari
    • Casca il mondo
    • Cinema Fortunato
    • Good Bye, Lenin!
    • Memoria popolare
    • Tentar (un giudizio) non nuoce
    • Libri in povere parole
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Dicembre 2023
    • Novembre 2023
    • Ottobre 2023
    • Settembre 2023
    • Agosto 2023
    • Luglio 2023
    • Giugno 2023
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Israele
    • Cina
    • Terrorismo islamico
    • Cristiani perseguitati
  • Politica
    • Unione Europea
    • Riforme costituzionali
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
    • Giustizia
  • Economia
    • Pnrr
    • Inflazione
    • Auto elettriche
    • Lavoro
  • Ambiente
    • Clima
    • Green Deal
    • Transizione ecologica
  • Salute e bioetica
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Blog
    • La preghiera del mattino
    • Lettere al direttore
    • Il Deserto dei Tartari
    • Casca il mondo
    • Cinema Fortunato
    • Good Bye, Lenin!
    • Memoria popolare
    • Tentar (un giudizio) non nuoce
    • Libri in povere parole
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Dicembre 2023
    • Novembre 2023
    • Ottobre 2023
    • Settembre 2023
    • Agosto 2023
    • Luglio 2023
    • Giugno 2023
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Società

Quando parliamo di femminicidio, di che cosa parliamo?

Intervista a Daniela Bandelli, autrice di un libro che analizza un neologismo spesso frainteso (e, spesso, non innocentemente)

Caterina Giojelli
19/02/2017 - 3:00
Società
CondividiTwittaChattaInvia

bordertown

Da qualche anno in Italia il dibattito sui diritti femminili, la parità tra i sessi e la violenza sulle donne è prigioniero di una logica di contrapposizione tra i sessi, tesa al superamento di una società maschilista attraverso un intervento culturale sugli stereotipi di genere e una maggiore partecipazione delle donne in politica. Tutto ha inizio con l’affermazione di un neologismo, “femminicidio”, «il termine irrompe nei media italiani nel 2012, portando con sé una nuova narrazione emergenziale di uomini che uccidono le proprie compagne ed ex in quanto donne, anche se originariamente questo termine, nella teoria femminista, era stato coniato per definire fenomeni diversi».

Daniela Bandelli, un dottorato di ricerca conseguito alla University of Queensland, docente a contratto alla Lumsa, è autrice di Feminicide, Gender & Violence (ed. Palgrave Macmillan), un libro fresco di stampa che analizza come la lettura di genere della violenza, diffusasi in Italia da uno strano intreccio tra discorso femminista sul femminicidio e quello progressista della competizione elettorale, «potrebbe mantenere nell’ombra la complessità delle diverse forme di abuso domestico, nonché la ricerca di una comprensione più completa delle relazioni violente tra uomini e donne e la messa a punto di politiche di intervento che tengano conto di fattori non direttamente legati al potere patriarcale».

Offerta Natale 2023 su abbonamento regalo a Tempi Offerta Natale 2023 su abbonamento regalo a Tempi Offerta Natale 2023 su abbonamento regalo a Tempi

Quando si inizia a parlare di femminicidio, con quale accezione e perché?
Per capire questo termine bisogna partire dal 1976 quando la studiosa femminista Diana Russell al Tribunale internazionale sui crimini contro le donne utilizzò il termine “femicide” per definire gli omicidi di donne in quanto donne avvenuti nel corso della storia: dai roghi delle streghe, all’infanticidio selettivo, al delitto d’onore. L’iniziale traduzione in italiano è stata “femmicidio” e “femicidio”, termini che però non hanno mai attecchito fuori dai movimenti femministi. La diffusione è invece avvenuta con il più recente “femminicidio”, che sebbene semanticamente legato al termine di Russell, è stato inizialmente proposto al pubblico come la traduzione del termine spagnolo “feminicidio”. Quest’ultimo fu coniato negli anni Novanta dal movimento femminile a Ciudad Juarez in Messico per richiamare l’attenzione sul rapimenti, stupri e uccisioni sistematici di donne in un contesto di totale mancanza di tutela, narcotraffico, e migrazione interna di lavoratrici. Questi tragici eventi sono stati raccontati al grande pubblico dal film patrocinato da Amnesty International Bordertown con Jennifer Lopez e Antonio Banderas, uscito nelle sale italiane nel 2007. Nel 2008 l’avvocato Barbara Spinelli pubblica un saggio dal titolo Femminicidio. Dalla denuncia sociale al riconoscimento giuridico internazionale. Nel 2011 Giuristi Democratici, insieme a una coalizione di organizzazioni tra cui ActionAid e la Casa Internazionale delle Donne, propongono il termine in un rapporto ombra sullo stato di implementazione della Cedaw (la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna, ndr). Nel 2012 “Se non ora quando” nella campagna “Mai più complici” esortano gli uomini di prendere posizione contro il “femminicidio”. Allo stesso tempo, un’altra coalizione, guidata dall’Unione Donne Italiane (UDI), lancia la campagna “No More” per chiedere al governo di ratificare la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica. Nel 2012 il neologismo si afferma attraverso un’ondata mediatica, in cui le mobilitazioni femministe si intreccia no alla campagna elettorale per le elezioni del febbraio 2013. La crociata contro la violenza sulle donne diventa così un palcoscenico su cui vari soggetti politici acquisiscono visibilità. Si moltiplicano i libri, gli articoli, le trasmissioni televisive e radiofoniche sul tema della violenza maschile, che secondo la narrazione dominante va combattuta a colpi di cambiamento culturale e linguistico.

feminicide-bandelliQuali conseguenze porta la narrazione del femminicidio, l’omicidio di una donna in quanto donna?
Innanzitutto il termine non ha un significato chiaro e condiviso: non vuol dire semplicemente omicidio di donna, non necessariamente implica che a commetterlo sia un uomo, non si riferisce solo a omicidi tra partner; oltretutto, in una delle sue accezioni originali in Sudamerica, il termine si riferiva a tutte le violenze contro le donne, non solo all’omicidio. Va da sé che un quadro semantico così instabile crea confusione su un fenomeno complesso, quello della violenza, che invece ha bisogno di una comprensione puntuale, sia dagli addetti ai lavori sia dall’opinione pubblica. Inoltre, il termine trascina con sé una particolare lettura della violenza sulla donna, quella di genere: nel momento in cui pronunciamo il termine “femminicidio” implicitamente attribuiamo a quell’omicidio delle cause legate al patriarcato e all’uguaglianza di genere. Questa lettura di genere spiega la violenza sulle donne attraverso la lente del potere, spiega l’omicidio delle donne da parte degli uomini con la posizione sociale che l’uomo e la donna hanno in una determinata cultura. Diversi intellettuali all’estero e in Italia concordano nel trovare questa spiegazione parziale, nel senso che da sola non può spiegare tutti gli atti violenti sulle donne, tutti gli omicidi di donne. In pratica, la cultura sessista è una causa, ma non l’unica causa della violenza maschile sulle donne. Oltretutto gli studi sui paesi del Nord Europa hanno dimostrato che una maggiore parità di genere non si traduce in un abbassamento dei tassi di violenza sulle donne. Questo suggerisce che sono anche altri i fattori e le letture da tenere in considerazione per capire e quindi affrontare il fenomeno con politiche pubbliche efficaci.

In base alle sue ricerche, ha senso parlare di violenza di genere? Ci sono altre categorie che andrebbero considerate quando si parla di violenza?
I dati mostrano che le donne vengono uccise principalmente da uomini, gli uomini da altri uomini. Il contesto sociale più comune in cui le donne sono uccise è quello domestico. La violenza sulla donna quindi ha sicuramente delle specificità, ma queste non possono essere sempre e unicamente spiegate dalla categoria violenza di genere. Questa categoria è utilizzata, anche nei documenti internazionali, come sinonimo di violenza sulla donna e sotto al cappello della “gender-based violence” vengono messi gli atti i più disparati: dall’omicidio, al linguaggio e le immagini cosiddette sessiste. Organizzazioni come l’Unesco precisano che per violenza di genere si intende anche la violenza contro le persone omosessuali lesbiche, bisessuali e transgender. Salta all’occhio che gli esclusi dalla categoria di vittime di questa cosiddetta violenza basata sul genere sono i maschi eterosessuali, esclusione che in qualche modo risulta coerente con l’impianto teorico del potere patriarcale: non si può essere vittima della violenza di genere se al contempo si fa parte della categoria del dominatore. Queste vittime vengono accolte in una diversa categoria: quella di Violenza Domestica o Violenza tra Partner (Intimate Partner Violence) dentro alla quale c’è spazio per analisi che prendano in considerazione fattori non solo legati alle relazioni di potere, al genere, ma anche fattori sociali, psicologici, dinamiche relazionali, la storia dei soggetti coinvolti, e così via. Tra l’altro è la stessa Convenzione di Istanbul a distinguere la violenza di genere da quella domestica, chiarendo che vittime di violenza domestica possono essere donne, uomini e bambini (in forma diretta o assistendo alla violenza tra gli adulti).

Come viene affrontato l’argomento dalle istituzioni?
L’approccio dominante delle politiche adotta la categoria del genere. Pensiamo alla legge n. 119 del 15 ottobre 2013, ideata in risposta al clima emergenziale del femminicidio: la legge, che per l’appunto si intitola “disposizioni urgenti per il contrasto della violenza di genere” prevede un “piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere”. Nella stessa logica, l’Intesa tra il Governo e le Regioni, le Province autonome di Trento e di Bolzano e le autonomie locali del 27 novembre 2014 relativa ai requisiti minimi dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio, definisce “i Centri antiviolenza” come «strutture in cui sono accolte – a titolo gratuito – le donne di tutte le età ed i loro figli minorenni» e stabilisce che tali centri debbano «avvalersi esclusivamente di personale femminile adeguatamente formato sul tema della violenza di genere». Da ultima, è stata istituita a gennaio un’apposita Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere.

Tags: femminicidiogenere
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Manifestazione "Il patriarcato uccide" in Largo Beltrami a Milano, 25 novembre 2023 (Ansa)

Con il caso Cecchettin il patriarcato non c’entra nulla

10 Dicembre 2023
Un momento dei funerali di Giulia Cecchettin, Basilica di Santa Giustina a Padova, 5 dicembre 2023 (Ansa)

Il funerale di Giulia Cecchettin e la lezione dell’angelo del Burundi alla giornalista di sinistra

7 Dicembre 2023
Fermoimmagine di un video diffuso sul canale Telegram di Hamas, in cui si vede una donna presa in ostaggio da Hamas durante le incursioni in Israele, 7 ottobre 2023 (ansa)

Femministe francesi pro-Hamas

2 Dicembre 2023
Una donna con un figlio in braccio in un campo per sfollati interni prevalentemente di etnia dinka a Mingkaman, Sud Sudan, 2014

La fortuna di essere “costola di Adamo”

29 Novembre 2023
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Il fronte isterico antimeloniano non conti troppo sull’arrivo della cavalleria

28 Novembre 2023
Corteo a Torino nella giornata contro la violenza sulle donne, segnata quest’anno dall’assassinio di Giulia Cecchettin, 25 novembre 2023

Contro il femminicidio una certa sinistra protesta senza testa

27 Novembre 2023
Per commentare questo contenuto occorre effettuare l'accesso con le proprie credenziali.

Video

pizzaballa
Video

In spem contra spem – L’incontro con il cardinale Pizzaballa

Redazione
28 Ottobre 2023

Altri video

Lettere al direttore

Un momento dei funerali di Giulia Cecchettin, Basilica di Santa Giustina a Padova, 5 dicembre 2023 (Ansa)
Blog

Il funerale di Giulia Cecchettin e la lezione dell’angelo del Burundi alla giornalista di sinistra

Emanuele Boffi
7 Dicembre 2023

Read more

Scrivi a Tempi

Foto

“La prima luce dell’universo”, opera realizzata in ferro saldato e bombola esplosa da Giorgio Salvato
Foto

La prima luce dell’universo

1 Dicembre 2023
Foto

Nel centro di Tel Aviv una grande tavola attende gli ostaggi. Il posto di Kfir e Ariel Bibas

30 Novembre 2023
Alba sul monte Sinai
Foto

Sarebbe successo qui. Memorie di un viaggio in Terrasanta

15 Novembre 2023
Roberto Perrone
Foto

Roberto Perrone protagonista a BookCity Milano

14 Novembre 2023
Locandina di invito all’incontro “Dove vai Europa?”
Foto

Dove vai Europa?

6 Novembre 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Via Traù, 2 – 20159 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Via Traù, 2 – 20159 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Dicembre 2023
    • Novembre 2023
    • Ottobre 2023
    • Settembre 2023
    • Agosto 2023
    • Luglio 2023
    • Giugno 2023
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Israele
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Riforme costituzionali
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
    • Unione Europea
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Green Deal
    • Transizione ecologica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Pnrr
    • Patto di stabilità
    • Inflazione
    • Auto elettriche
  • Società
    • Obiettivi di sviluppo sostenibile
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Blog
    • Lettere al direttore
    • La preghiera del mattino
    • Casca il mondo
    • Il Deserto dei Tartari
    • Cinema Fortunato
    • Good Bye, Lenin!
    • Memoria popolare
    • Tentar (un giudizio) non nuoce
    • Libri in povere parole
  • Tempi Media
    • News
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist