Con un’immagine forse un po’ forte l’hanno definita la «guerra agli apparecchi illegali». Una cosa è certa, l’offensiva lanciata dalla pubblica amministrazione contro il gioco d’azzardo illegale se non ha proprio i caratteri di una guerra ha comunque fatto breccia tra le mura di un mondo che, fino a poco tempo fa, era in gran parte sconosciuto.
«Il primo obiettivo dell’Amministrazione – spiega Anna Maria Barbarito, dirigente dei Monopoli di Stato – è stato quello di presidiare e regolare un settore che per anni aveva vissuto “sull’autoregolazione”. Questo aveva permesso il consolidamento di alcuni comportamenti border line. Non solo, nessuno sapeva con precisione chi fossero i soggetti che operavano in questo settore e quanti apparecchi realmente fossero installati nei pubblici esercizi».
Sicurezza, trasparenza, legalità e divertimento. Questi i quattro concetti che hanno sostenuto in questi anni l’Amministrazione nel tentativo di avviare quella che è stata prima di tutto una vera e propria rivoluzione culturale. «Con l’articolo 22 della legge n. 289 del 2002, Aams è stata chiamata in prima linea nel regolare il settore contrastando tra l’altro l’offerta del gioco illegale. L’emersione dei videopoker, usciti completamente dal mercato nel maggio dello scorso anno, ha permesso un recupero progressivo di gettito erariale. Non solo, per la prima volta abbiamo cominciato a capire chi erano gli operatori e dove erano installati questi apparecchi».
Ma come siete riusciti a contrastare questa offerta illegale? «La situazione di fronte alla quale ci siamo trovati era di assoluta confusione ed incertezza di regole. Il nostro primo compito è stato quindi quello di avviare un processo di riconversione degli attori della filiera e dei comportamenti illegali consolidati. Devo dire che, da questo punto di vista, gran parte della categoria ha reagito bene ed abbiamo trovato collaborazione. Molti operatori hanno, infatti, già assunto un ruolo attivo nell’attività di contrasto al gioco illegale, risultato ottenuto non solo con il ricorso al tradizionale strumento della repressione, sicuramente utile ma non da solo sufficiente, ma anche e soprattutto grazie alla promozione dei comportamenti virtuosi avviata da Aams ed a tutto il complesso della regolazione introdotta».
«Peraltro – continua Barbarito – i risultati di questa attività sono davanti agli occhi di tutti. All’inizio del mese di luglio, un’operazione coordinata dalla Procura di Biella che ha riguardato tutto il territorio nazionale impiegando oltre duemila uomini, ha portato all’arresto di ventuno persone ed al sequestro di numerosi apparecchi le cui schede di gioco sono risultate alterate in modo da falsare i dati trasmessi, mediante il collegamento alla rete telematica, dalle macchine stesse all’Amministrazione. Il buon esito della indagine è da ascriversi alla massima sinergia ed all’interscambio informativo tra Aams e la Guardia di Finanza».
FATTA LA LEGGE, TROVATO L’INGANNO?
Il lavoro fatto, però, non consente ancora di cullarsi sugli allori. «Molto è stato fatto – riprende Barbarito – ma dobbiamo ancora lavorare. Occorre ricondurre tutti gli attori all’interno di un processo di riqualificazione vera, con conseguenti prospettive di redditività. Non è semplice contrastare anni e anni di comportamenti border line. La cosa più importante, però, è che una buona parte del mercato è finalmente passata alla legalità e questo è un grosso traguardo nell’opera di contrasto alla diffusione dei comportamenti illegali».
Proprio nell’ottica del maggior coinvolgimento dei singoli operatori nella diffusione del gioco legale i Monopoli di Stato hanno sottoscritto, lo scorso 5 luglio, un protocollo d’intesa con la Federazione Italiana Pubblici Esercizi (F.I.P.E.), finalizzato alla qualificazione tecnica e commerciale dei punti vendita, il cui primo prodotto è stato il “bollino New Slot”, che da settembre indicherà tutte le attività commerciali che offriranno “divertimento sicuro”.
In questo contesto resta fondamentale il ruolo di Aams che, nell’ottica di un coinvolgimento dei vari attori del comparto ha istituito un tavolo di lavoro con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative con le quali si confronta mensilmente. «Il nostro compito è quello di governo del settore attuato capillarmente su tutto il territorio nazionale».
Ma, come si dice, “fatta la legge trovato l’inganno”. «Purtroppo – aggiunge Barbarito – stiamo assistendo al diffondersi di nuove modalità di gioco illegale. Mi riferisco in particolare ai casinò virtuali on line ed ai palmari».
Può spiegarci meglio di che si tratta? «Per quanto riguarda i casinò on line, spesso con server all’estero, si tratta di vere e proprie case da gioco nelle quali la truffa ai danni del giocatore consiste nella variazione che la percentuale di vincita subisce nel corso del gioco; in tali casi è ipotizzabile il reato di “frode informatica”. Secondo i dati in nostro possesso i giocatori arrivano a perdere fino a 20.000 euro. Sui palmari, invece, si tratta di una forma di gioco illegale appena balzata alla ribalta delle cronache. L’esercente dà al giocatore un palmare attraverso cui è possibile giocare a qualsiasi gioco. Tale forma di gioco illegale è difficile da contrastare, trattandosi di un oggetto, il palmare, di dimensioni tali da essere occultato in una tasca. Per combattere questa modalità di gioco è necessario puntare sull’ampliamento dell’offerta del gioco legale. Dopotutto se c’è un’offerta di gioco illegale ci sarà anche una domanda. Se noi riusciamo a far passare il messaggio che giocare legalmente è più sicuro e tranquillo, abbiamo già vinto una prima battaglia».
Attenzione, però a non considerare l’Amministrazione come uno dei tanti casinò sul mercato. «Noi – conclude Barbarito – nell’attività di comunicazione di prodotto non abbiamo mai lanciato un messaggio del tipo: “gioca!”. Siamo coscienti dei problemi che il gioco può scatenare in soggetti comunque predisposti a forme di dipendenza ed è per questo che puntiamo all’affermazione del gioco responsabile ed a mettere in campo tutte le attività ad esso connesse anche in termini di comunicazione.
La nostra strategia di azione si articola su quattro direttrici: la comunicazione, strumento fondamentale di conoscenza ed informazione per i consumatori; la responsabilizzazione degli operatori del settore, senza i quali è impossibile un’efficace operazione di regolazione; la repressione attraverso controlli mirati in piena sinergia con le Forze dell’ordine; l’offerta legale appetibile.
Su questo ultimo aspetto stiamo ora concentrando la nostra attenzione. Ci stiamo concentrando insomma, sulla domanda di gioco ed il messaggio che vogliamo lanciare è proprio questo: se vuoi giocare scegli il gioco legale. Occorre creare la cultura della sensibilizzazione sull’importanza del gioco sicuro, perché fissare le regole e farle rispettare significa soprattutto educare al gioco valorizzandone la funzione di aggregazione sociale, di momento ludico e di comunicazione tra gli individui».