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Non è mai facile perdere il proprio animale di compagnia, ma certi tentativi di preservare la memoria dell’amato cucciolo rischiano dis scadere nella perversione. Come quello di Bart Jansen, designer, pittore, videomaker olandese con la passione per i «dispositivi che soddisfano funzioni insignificanti». Al Kunstrai Art festival di Amsterdam, che unisce più di ottanta artisti contemporanei, Jansen ha presentato il suo Orvillecopter, l’ultima fatica del suo genio.
Il mese scorso, la salma del gatto di Jansenè stata rinvenuta misteriosamente sul ciglio della strada. Le cause della morte erano evidenti: una striscia di pneumatico gli striava la schiena. Nessuno sa perché volesse attraversare la strada, di sicuro «dopo un periodo di lutto – dichiara il designer – il gatto ha ricevuto le sue eliche», ed è nato l’Orvillecopter, un grottesco felino impagliato corredato da quattro eliche e un dispositivo di comando a distanza. E vola.
Esatto, il gatto ormai senza vita ha preso il volo. L’opera ha avuto un grande successo e ai cinici che pensano sia soltanto una trovata pubblicitaria esagerata, Jansen risponde con dolcezza: «Il gatto riceverà, per il suo compleanno, motori più potenti e oggetti di scena». Insomma, al fondo c’è del vero affetto. La prossima evoluzione? «Vogliamo programmarlo per il volo stazionario» dichiara con orgoglio l’autore. E gli auguriamo tutto il bene possibile. Se nella sua traversata europea volesse passare da Milano, potrebbe anche dare la caccia ai piccioni in piazza Duomo.
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