Pugni, buoi, fidanzate e altri disastri. Storia strapaesana a Offida
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Tra le mimose dell’8 marzo e la goliardia del Carnevale, spicca una storia drammatica che intreccia amore e politica, potere e violenza. Il contesto è quello della provincia, dove le vicende private di ciascuno sono pubblicamente note e dove è difficile sradicare antichi odi e pregiudizi. Offida è un comune in provincia di Ascoli Piceno, i cui abitanti sono da sempre schierati su posizioni di sinistra, esattamente come quelli del comune vicino, Castorano. I due sindaci sono amici da una vita e condividono lo stesso schieramento politico: Valerio Lucciarini, di Offida, 41 anni, è un fervente renziano, vicesegretario regionale del partito non scissionista, mentre Daniel Ficcadenti, di Castorano, è un renziano più giovane, sulla trentina. La loro amicizia viene a un certo punto messa in crisi, come spesso accade, da questioni di cuore: Daniel si fidanza con una ragazza di fede politica di destra. Caratteristiche deprecabili agli occhi di Valerio, che non accetta questo legame e cerca in tutti modi di dissuadere l’amico dalla relazione con la ragazza. Daniel non cede, ma Valerio non riesce a digerire la sconfitta.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]IL FATTO. La sua rabbia esplode il 24 febbraio durante la Corrida di Carnevale, il “Bove Finto”, una festa popolare dove la gente beve, balla e si diverte intorno a un manichino di un bue costruito con tela e legno. Il Carnevale è l’occasione dove è consentito dare libero sfogo alle intemperanze, è il simbolo dell’espressione più spontanea di sentimenti quotidianamente tenuti repressi dai codici della società civilizzata. Forse trascinato dal clima di generale euforia e probabilmente con qualche bicchiere di troppo in corpo, Valerio vede la fidanzata dell’amico, presente alla festa, e la aggredisce: prima tira un pugno ad un ragazzo che si frappone tra lui e il suo obiettivo, poi si lancia contro la ragazza e la colpisce con un cazzotto in pieno viso. Tutti vedono, nessuno dei presenti reagisce. La ragazza viene immediatamente portata all’ospedale, dove le danno dieci giorni di prognosi, ma aspetta a lungo prima di denunciare la violenza. Perché? Lei spiega che voleva mettere alla prova il suo fidanzato, vedere se lui avesse il coraggio di intervenire e difenderla davanti all’amico. Daniel però non reagisce. Intanto il sindaco di Offida porge le sue scuse, ma, a quanto pare, non alla vittima, bensì all’amico, indirizzandogli un messaggio in cui giustifica il proprio comportamento come un atto impulsivo e passionale.
LA DIFESA. Ma c’è di più: a seguito dell’episodio, il partito regionale del Pd indice un direttivo provinciale, in cui stabilisce che si tratta di un fatto puramente privato, dunque irrilevante, che non influisce sull’attività politica. Per il partito regionale, quindi, il sindaco non è rimovibile dal suo incarico. Pubblicamente e inizialmente lui si è difeso spiegando che «non avrei mai volutamente colpito nessuno, tantomeno una donna alla quale sono legato da antica amicizia. Nelle sedi giudiziarie tutto questo risulterà certamente evidente quindi non esistono ragioni che giustificano alcuna strumentalizzazione politica».
LE MANIFESTAZIONI. La storia però non finisce qui, anzi, scatena una serie di iniziative e manifestazioni: la Commissione regionale pari opportunità interviene con un appello rivolto alla magistratura, perché «faccia chiarezza sull’accaduto e individui le eventuali responsabilità», mentre oggi e domenica, ad Ascoli Piceno, sono in programma due iniziative volte a promuovere la parità di genere e combattere la violenza. Da notare che Lucciarini, in questi giorni irreperibile sul cellulare, fosse tra gli iniziali firmatari del protocollo contro la violenza di genere, al centro del dibattito di oggi ad Ascoli.
Foto Ansa
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