Psicodramma Strauss-Kahn: la Francia sta passando la sua Tangentopoli

Di Rodolfo Casadei
17 Maggio 2011
Il presidente francese del Fmi Dominique Strauss-Kahn, arrestato per reati a sfondo sessuale a New York, porta la Francia a interrogarsi un po' come l'Italia nei primi anni di Tangentopoli. Parte Le Monde contro la gogna mediatica: «Domanda capitale: è inevitabile che la celebrità di un uomo lo privi della presunzione di innocenza mediatica? In questo affaire, tutti i media sono colpevoli»

Innocentisti contro giustizialisti, le polemiche sul processo mediatico che è già una condanna prima che la giuria abbia deliberato, un gran fiorire di teorie del complotto: tre giorni dopo l’arresto per reati a sfondo sessuale di Dominique Strauss-Kahn, presidente francese del Fondo monetario internazionale, lo psicodramma della Francia assomiglia molto a quello dell’Italia nei primi anni di Tangentopoli. Tutte le divisioni, le riflessioni e le polemiche che gli italiani hanno già conosciuto quindici anni fa, i francesi sembrano scoprirle oggi. Con una importante differenza: il caso politico-giudiziario destinato a sconvolgere la corsa all’Eliseo del 2012 non è autoctono ma allogeno, la scena del crimine è New York.

E questo rende lo psicodramma terribile per i francesi, abituati a impartire lezioni di bon ton politico alla “giovane democrazia” americana: le parti si sono invertite, sono i rozzi yankee a insegnare ai raffinati eredi della Rivoluzione del 1789 come la lezione egualitarista va applicata anche a prestigiosi uomini politici e dirigenti internazionali, quando costoro violano la legge. Per non parlare dell’insopportabile umiliazione, per i francesi, di sentirsi presi in giro persino dagli italiani, derisi fino a ieri a gauche come a droite per le disavventure erotico-giudiziarie di Silvio Berlusconi.

Il tema della gogna mediatica ha trovato spazio soprattutto su Le Monde: «Quando uno degli uomini più potenti del mondo», scrive in un suo editoriale, «è gettato in pasto ai fotografi mentre esce ammanettato da un commissariato, mani dietro la schiena, subisce di già una pena che gli è specifica. Domanda capitale: è inevitabile che la celebrità di un uomo lo privi della presunzione di innocenza mediatica? (…) In questo affaire, tutti i media sono colpevoli. E la messinscena della giustizia americana è un modo di organizzare in anticipo una prima condanna, mediatica, di ogni sospetto appartenente al mondo dei vip». La domanda capitale che si fanno i lettori, è se Le Monde avrebbe scritto le stesse cose se nei guai si fosse trovato un politico di destra anziché un socialista pronosticato futuro presidente francese.

Le teorie del complotto fioriscono non solo sui blog e nei commenti dei lettori agli articoli dei quotidiani. Michelle Sabban, vicepresidente socialista dell’Ile-de-France, definisce la vicenda «una nuova forma di attentato politico», e dichiara: «Sono convinta che si tratti di un complotto internazionale. Hanno voluto decapitare l’Fmi, non tanto il candidato alle primarie socialiste francesi. Tutti sanno che il suo punto debole sono le donne. L’hanno beccato così». Anche a destra qualcuno la pensa così: «Verosimilmente a Strauss-Kahn è stata tesa una trappola e lui ci è caduto», dice la presidente del Partito cristiano-democratico ed ex ministro Christine Boutin. «Ad averla tesa può essere stato l’Fmi, oppure la destra francese, oppure la sinistra francese».

La maggior parte dei commenti dei politici francesi si attesta sul concetto di “presunzione d’innocenza”, con qualche eccezione, come quelle di Marine Le Pen (Front National) e di Bernard Debré, dell’Ump presidenziale. «Credo che le bocche si scuciranno e si dimostrerà che forse il signor Strauss-Kahn da parecchi anni ha un comportamento che tutti conoscono ma che tutti nascondono, perché in Francia si fa così. (…) Se sarà dimostrato che è colpevole dei gravi fatti di cui oggi è accusato, è una buona notizia per la Francia e per i francesi». Toni simili da parte di Debré che sul suo blog, prima che l’Eliseo lo silenziasse, rivolgendosi a Strauss-Kahn in prima persona, ha scritto: «Voi avete umiliato la Francia, l’avete ridicolizzata. I socialisti, che avevano fiducia in voi, devono essere rossi di vergogna e di rabbia. (…) Quando uscirete di prigione, sparite nella vostra proprietà in Marocco, non giustificatevi, non dite più nulla. Siete stato un falso valore, un maniaco sessuale, una truffa intellettuale. Avete macchiato il vostro paese».

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