Presentato il Manifesto dell’impresa etica

Di Benedetto Delle Site
21 Maggio 2024
L'intervento del Presidente Nazionale Movimento Giovani Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) al Rome Summit

Il 15 maggio ha avuto luogo all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, a Palazzo Borromeo, il ROME Summit: “Giovani Leader d’Impresa in campo per una Nuova Economia”. L’evento ha visto la partecipazione di illustri rappresentanti delle istituzioni, del mondo ecclesiastico e delle principali organizzazioni giovanili imprenditoriali ed ha aperto un’importante piattaforma di discussione per delineare una visione innovativa dell’impresa, orientata al futuro e attenta alla persona. Al termine dei lavori il presidente del Movimento Giovani dell’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti), Benedetto Delle Site, ha consegnato al Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, il Manifesto dell’impresa etica, realizzato dai giovani imprenditori e dirigenti d’azienda cattolici a seguito dell’udienza di Papa Francesco con l’Ucid nel 2015 e introdotto in alcune delle più importanti realtà d’impresa italiane e internazionali.

MANIFESTO DELL’IMPRESA ETICA

PREMESSA

Il Manifesto dell’Impresa Etica è un documento fortemente improntato sulle linee guida indicate dal Santo Padre Francesco in molte occasioni pubbliche, e va inteso come uno sprone e un memorandum rivolto agli imprenditori che hanno a cuore la centralità della persona umana, la responsabilità sociale d’impresa, il primato del lavoro contro la piaga della disoccupazione in particolar modo giovanile e la tutela del ruolo della donna come madre e lavoratrice, nel quadro di una ecologia integrale, rafforzando inoltre la percezione del ruolo sociale dell’impresa. Il Manifesto vuole portare all’interno delle realtà lavorative e professionali il Vangelo del Lavoro, proposto del pontefice come principio di un nuovo umanesimo da contrapporre alla logica del profitto, inteso piuttosto come indicatore economico.

1. PROFITTO

Il profitto è indicatore e criterio regolatore dello stato di salute dell’impresa; va sempre legato ad una prospettiva di utilità sociale nel lungo periodo e inteso come equilibrio economico e di sostenibilità economica e sociale. ‘È necessario orientare l’attività economica in senso evangelico, cioè al servizio della persona e del bene comune’ (Francesco, udienza all’UCID 31 ottobre 2015). ‘L’impresa deve caratterizzarsi per la capacità di servire il bene comune della società mediante la produzione di beni e servizi utili. L’obiettivo dell’impresa deve essere realizzato in termini e con criteri economici, ma non devono essere trascurati gli autentici valori che permettono lo sviluppo concreto della persona e della società. Nell’impresa, pertanto, la dimensione economica è condizione per il raggiungimento di obiettivi non solo economici, ma anche sociali e morali, da perseguire congiuntamente’. (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa).

2. RISPETTO DELL’AMBIENTE, ECOLOGIA INTEGRALE

Oggi le nuove emergenze ambientali impongono agli operatori economici uno sforzo a concorrere alla custodia del Creato che, in un mondo globalizzato, è diventato ormai casa comune dentro cui tutti siamo chiamati a costruire le nostre esistenze. ‘I componenti dell’impresa devono essere consapevoli che la comunità nella quale operano rappresenta un bene per tutti e non una struttura che permette di soddisfare esclusivamente gli interessi personali di qualcuno’. (CDSC).

3. AZIENDA, COMUNITA’, RELAZIONI

L’azienda non è soltanto un complesso di beni ma anche comunità di persone senza le quali quei beni non porterebbero frutto. Gli uomini ‘costituiscono il patrimonio più prezioso dell’azienda’ (CDSC). L’impresa deve cercare di astenersi da comportamenti lesivi dell’integrità sia patrimoniale che sociale, che mirino ad ottenere un facile risultato di breve periodo. Bisogna che siano riconosciuti e rispettati come stakeholder tutti coloro che entrano in relazione con l’azienda sia direttamente, coloro che contribuiscono alla realizzazione della mission aziendale, sia indirettamente, coloro che ne subiscono semplicemente gli effetti positivi o negativi. Stato e mercato non esauriscono la dimensione dell’uomo e dell’economia, vi è anche quella complessa rete di relazioni sociali improntate alla fiducia, all’onestà, alla gratuità, all’amicizia e alla sussidiarietà che costituisce un asset strategico e il volano per uscire dalla crisi.

4. DONNE E MADRI, RISORSA NON OSTACOLO

La donna, con i doni antropologici che le sono propri e la distinguono positivamente dagli uomini, è una risorsa imprescindibile per l’impresa, l’economia e la società tutta. Per questo l’impresa etica si sforza di valorizzare sempre la propria componente femminile per tutto quello che di peculiare ha da offrire e riconosce nella maternità una espressione inviolabile, sacra, della donna che è fondamentale e costituisce risorsa umana ed economica per l’intera società. Si impegna pertanto a non imporre alla donna l’alternativa fra maternità e lavoro e a non mettere in campo strumenti discriminatori. ‘Penso in modo particolare alle lavoratrici: la sfida è tutelare al tempo stesso sia il loro diritto ad un lavoro pienamente riconosciuto sia la loro vocazione alla maternità e alla presenza in famiglia. La donna dev’essere custodita, aiutata in questo doppio lavoro: il diritto di lavorare e il diritto della maternità’ (Francesco, udienza all’UCID 31 ottobre 2015).

5. CREARE OPPORTUNITA’ DI LAVORO PER TUTTI

L’uomo mostra il suo valore e le sue capacità quando è in azione, per questo la disoccupazione in particolar modo quella giovanile, è una piaga capace di generare effetti perversi e regressivi nella soc ietà. L’impresa etica antepone la creazione di lavoro alle operazioni speculative e si impegna anche come attore civile per contrastare la disoccupazione. ‘Siate creativi nel creare opportunità di lavoro che vadano avanti e diano lavoro, perché chi non ha lavoro non solo non porta il pane a casa ma perde la dignità! E a tracciare questa strada contribuiscono anche le iniziative di confronto e di studio, che realizzate sul territorio’ (Francesco, udienza all’UCID 31 ottobre 2015).

6. FAMIGLIA, FESTIVITA’

La famiglia è un pilastro dell’economia, un luogo di accoglienza e di crescita della nuova vita e la prima società naturale nella quale si coltivano la gratuità e il sostegno reciproco. L’impresa etica si impegna a non invadere sistematicamente la sfera di intimità e comunione della famiglia, non costringendo il lavoratore a rinunciare a dedicarsi a tale dimensione almeno nei giorni di festa e di riposo settimanale.

7. CLIENTI E FORNITORI, SERVIRE NON SERVIRSI

L’impresa etica assume una responsabilità più ampia, trasparente e rispettosa sia delle normativa vigente che del contesto sociale. E’ attenta non solo ai risultati economici ma anche agli effetti che i mezzi che hanno contribuito ad ottenerli generano. Stabilisce rapporti commerciali e non, alla cui base vi siano principi di trasparenza e legalità; informa tempestivamente fornitori e clienti circa le attività e decisioni che possano inficiare i rapporti. Seleziona clienti e fornitori garantendo i suddetti principi nonché metodi di pagamento e di incasso che siano accettabili e rispettosi della continuità aziendale di fornitori e clienti.

8. BILANCIO E IMPEGNO SOCIALE

Il Bilancio Sociale è il segno distintivo dell’impresa etica. Esso certifica il profilo valoriale e la responsabilità dell’impresa in termini strutturali e morali, sia verso l’interno che verso l’esterno, agli occhi della comunità di riferimento. Attraverso il Bilancio Sociale l’impresa nel corso della sua vita può meglio determinare il livello del proprio impegno sociale. Esso consente inoltre all’impresa di costruire un legame più profondo con il territorio ed è lo strumento attraverso cui legittima il proprio ruolo di soggetto economico che, perseguendo il proprio interesse prevalente, contribuisce a migliorare la qualità della vita dei membri della società in cui opera ed è inserito.

www.romesummit.it

 

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