Contenuto riservato agli abbonati

Preghiera o resistenza armata? Cosa dice la Chiesa davanti al male della guerra

Di Massimo Camisasca
18 Aprile 2022
Lettere a monsignor Camisasca e risposte del vescovo sul conflitto in Ucraina e la posizione della Chiesa tra preghiera e sostegno al popolo sotto attacco
Papa Francesco davanti alla statua della Madonna di Fatima
Papa Francesco durante la Consacrazione di Russia e Ucraina al Cuore immacolato di Maria, 25 marzo 2022 (foto Ansa)

Caro don Massimo, la ringrazio di quanto ha espresso nell’articolo “L’Europa è debole perché non ha un’anima”. Mi hanno colpito queste parole coraggiose, che porto nel cuore: «L’Ucraina ci sta mostrando il volto più grande e più bello dell’Europa: l’amore alla patria, alla terra, alla democrazia, all’Occidente, alla famiglia. Il coraggio di combattere per questi valori. […] La vita non è solo progresso, né comodità. È anche sacrificio, lotta». Condivido ogni singola lettera di quanto ha scritto, pertanto le chiedo: fin dove si spinge il diritto (se non è più un dovere, come sembra) di difendere le proprie idee e la propria terra? Il pensiero mainstream di coloro che vogliono la pace a tutti i costi sembra dirci che, proprio perché si condanna la guerra, diventano corresponsabili delle nefandezze che stanno accadendo in Ucraina anche coloro che la guerra la subiscono e, per il semplice fatto di difendersi, in qualche modo la alimentano. Anche parte della Chiesa sembra dimentica...

Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno

Articoli correlati