«Portaci la tua idea e noi ti diciamo come può diventare un business»

Di Redazione
21 Maggio 2012
Intervista a Jacopo Tondelli, direttore de Linkiesta. «Vorrei un Comune di Milano dove si accolgano e favoriscano le idee che vengono dalle associazioni e dai cittadini».

È in edicola con il settimanale Tempi, lo speciale Più mese dedicato a Milano. Il titolo di copertina è “Largo a chi ha voglia di fare” e, al suo interno, vi si trovano sette interviste a voci illustri della città, cui sono state poste nove identiche domande. Hanno risposto Oscar Giannino, editorialista e conduttore di radio 24, Alberto Mingardi, direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni, Jacopo Tondelli, direttore del sito web Linkiesta, Paola Soave, Sindacato delle Famiglie, Danilo De Biasio, ex direttore di radio Popolare, Luca Fois, designer e docente del Politecnico di Milano, Gabriele Albertini, ex sindaco della città ed europarlamentare.  Pubblichiamo l’intervista a Jacopo Tondelli.

Il debito del Comune di Milano ha assunto le stesse patologie del debito dello Stato. Continua a crescere e non c’è diretta corrispondenza tra i sacrifici richiesti ai cittadini e i servizi erogati.

Nomini un servizio pubblico che potenzierebbe e perché.
Rafforzerei sicuramente i servizi all’educazione. Perché le città che investono in formazione sono quelle che crescono di più nel lungo periodo, e perché nel breve periodo questi servizi consentono ai genitori di lavorare, di interagire, di socializzare.

E un servizio che non farebbe fare più al Comune?
Ci sono diverse settori di servizi secondari (penso allo sport, agli spettacoli) in cui il Comune dovrebbe limitarsi a raccogliere, stimolare e mettere in ordine le spinte, le idee, le energie che arrivano dal basso.

Le tasse non bastano mai. Come potrà sopravvivere Palazzo Marino?
Sì, ripensandosi sì. Ripeto: bisogna fare un’attenta cernita di quanto si spende e di come lo si spende. Sono certo che margini per ridurre le spese ce ne sono.

Non sarebbe opportuno ripensare il suo ruolo?
Mi ripeto: il Comune deve sempre di più diventare il luogo in cui le idee virtuose dei cittadini, delle associazioni, delle realtà che stanno sul territorio vengono accolte, favorite, sviluppate, semmai guidate.

Immagini un Comune dimagrito del 90 per cento: personale, spesa corrente, quote azionarie, patrimonio immobile, rappresentanti politici. Le piace?
Del 90 per cento non credo sia possibile. Mi basterebbe dimagrisse del 30 per cento, mi sembra razionale e possibile.

Un giorno senza Comune. È un pensiero assurdo?
Sì.

Dal Comune che fa e spende per te al Comune che stabilisce regole e spinge a fare. È d’accordo?
Come dire… sì.

Inventi un servizio che ancora non esiste.
«Portaci la tua idea e noi ti diciamo come può diventare un business».

A chi lo farebbe fare?
A professionisti e consulenti espulsi dal mercato del lavoro. Ce ne sono tanti e bravi a spasso. Il Comune può metterli in rete e valorizzare le loro esperienze.

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