
«Più sei grasso, più paghi». La ricetta di un prof norvegese per alleggerire le compagnie aeree
C’è chi crede che imponendo una sorta di “tassa sul grasso” – un’aggiunta al prezzo del biglietto aereo per chi è oltre un certo limite di peso – sarebbe più facile far dimagrire la popolazione. O almeno, far risparmiare le compagnie aeree. A pensarla così è l’economista Bharat Bhatta, che insegna in Norvegia ed è autore di un controverso articolo sul Journal of Revenue and Pricing Management in cui spiega: «Il peso e lo spazio nel settore dell’aviazione sono molto più importanti che in ogni altro tipo di trasporto». Il principio è semplice, se alcune compagnie fanno pagare caro l’imbarco in stiva di un bagaglio troppo pesante, perché lo stesso non dovrebbe accadere con i passeggeri più ingombranti?
PESATA CON BAGAGLIO. Il professore del Fjordane University, col pallino dell’inquinamento, ne è convinto: «Per le compagnie aeree ogni chilogrammo in più caricato sul mezzo significa più carburante, cioè oneri finanziari più alti e ulteriori emissioni di co2 nell’atmosfera». Per arginare le difficoltà economiche delle compagnie aeree si potrebbe adottare il sistema messo a punto da Bhatta: «Introdurre una bilancia al check in, accanto a quella tradizionale per i bagagli, che pesi le persone e, in base a ciò che indica l’ago, adegui di conseguenza la tariffa del biglietto. In questo modo una persona del peso di sessanta chili pagherebbe la metà di una che ne pesa 120». Peggio della prova costume, questa estate, potrebbe esserci la prova check in.
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1 commento
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Veramente questa non é una novitá: Ryanair aveva giá provato a mettere una sovrattassa a chi pesa piú di 120 kg, ma non gliel’hanno fatta passare. Tra l’altro sempre Ryanair aveva provato a proporre aerei senza sedili in modo da imbarcare piú gente (e magari a spese leggermente piú contenute per i passeggeri): non gli han fatto passare neanche questa (questione di sicurezza, dicono), peró come idea per voli corti (1-2 ore, tipo Milano-Londra) non mi sembrava malvagia.