Articolo tratto dal numero di Tempi di marzo 2019
Tutto era più semplice con il vecchio tubo. Dico il tubo catodico. Quattro canali in croce, l’antenna che ci impiegavi un’ora a trovare la posizione corretta praticamente sui titoli di coda. Mica come adesso che quell’ora la impieghi a scorrere centinaia di titoli alla ricerca disperata di quello giusto.
Una volta era diverso. Niente decoder, manco una scart, un cavo dell’antenna ballerino e quattro canali tattici visibili più o meno sgranati: Italia 1, Rete 4, la Rai e Italia 7. Avevi tutto: la combo MacGyver/Supercar, i Bellissimi di Rete 4, Brunone Pizzul e, va da sé, Colpo grosso. Oggi invece l’offerta del comparto cosiddetto d’intrattenimento è talmente ampia e diversificata che ti ci vuole una laurea in linguaggi dei media per barcamenarti tra offerte su satellite, on demand e piattaforme streaming. E comunque, anche se sei ferratissimo sulle ultime uscite home video del mercato ungherese, ci metti una buona mezz’ora prima di pigiare play sul telecomando.
Per aiutare i lettori a orientarsi, abbiamo messo a confronto un po’ di cataloghi tra film e serie tv delle principali offerte sul mercato.
RaiPlay
Per chi non vuole spendere una mazza la scelta obbligata è la Rai, che da qualche tempo con la piattaforma RaiPlay permette di usufruire di un servizio efficace tra on demand e canali in diretta. La sezione cinema è divisa in generi e offre parecchio anche se non nuovissimo. Tra i più recenti ci sono Red Land (Rosso Istria) e The Founder, sorta di biografia dell’uomo che inventò il McDonald’s, ma più che altro il servizio offre tanta scelta di cinema italiano e internazionale del passato: dal Bertolucci di Ultimo tango a Parigi ai Taviani passando per i tanti big della commedia all’italiana. Utile per un ripassone dei grandi classici, spesso rieditati in alta definizione, o per riscoprire certi gioielli che non si possono non vedere: ci sono, per dirne alcuni, lo splendido Le vite degli altri, l’intenso Marie Heurtin, dal buio alla luce, sulla vicenda di una suora che cerca di comunicare con una quattordicenne sorda e cieca, la favola delicata di Che cosa piove dal cielo?, un bel po’ di poliziotteschi. Si trovano i primi horror di Dario Argento fino a Suspiria compreso e qualche buon film di animazione: Ernest & Celestine sceneggiato da Pennac e il bel Pinocchio di Enzo D’Alò. Il pezzo forte sta tutto nelle Teche Rai, che raccolgono una quantità immensa di materiale televisivo: tanti documentari di qualità e parecchia fiction targata Rai. Qui abbiamo ritrovato, tra l’altro, I recuperanti, vecchio film per la tv di Olmi girato sull’altopiano di Asiago, la primissima serie con protagonista Fracchia, Le avventure di Pinocchio di Comencini e La porta sul buio, bella miniserie antologica firmata anche da Argento.
Prime
Prime Video è il servizio di streaming offerto ai clienti del programma “Prime” di Amazon, incluso nel prezzo di iscrizione (36 euro all’anno). Fino a un paio di anni fa il catalogo italiano era modesto, ora invece c’è parecchio sia come serie tv originali (The Grand Tour, Jack Ryan, che è una specie di Homeland, American Gods e soprattutto La fantastica signora Maisel, una comedy scritta in modo straordinario) sia come film vecchi e nuovi. Segnaliamo un po’ di commedie italiane più recenti (Contromano, Metti la nonna in freezer) e altre meno riuscite (Io sono tempesta), senza dimenticare i grandi classici (da Ritorno al futuro a Karate Kid passando per Indiana Jones, il vecchio Jumanji, Fast & Furious, Jurassic Park e Jurassic World, The Bourne Identity e relativi sequel). E ancora, una foltissima scelta tra pecorecci all’italiana abbastanza introvabili altrove: l’incredibile Venni, vidi, m’arrapaoh, La compagna di viaggio con la Rizzoli e Gastone Moschin o Vigili e vigilesse di Franco Prosperi. Ce ne sono un mucchio: cose bellissime, fidatevi. Non manca nemmeno l’animazione di buona qualità, dai vari Shrek a Cattivissimo me 2, ai mediometraggi legati al buffo e divertente Gruffalò. E poi c’è E.T.
Netflix
Per il prezzo (basso) e le prospettive ampie di crescita nei prossimi anni, Prime Video potrebbe diventare l’antagonista reale di Netflix, che oggi rimane imbattibile per qualità dal punto di vista tecnico, versatilità del mezzo e numero di film/serie in catalogo, davvero impressionante. Assolutamente concorrenziali anche i costi: si va dall’abbonamento base a 7,99 euro al mese, a quello Premium che comunque non supera i 14. Una sciocchezza rispetto al noleggio di un singolo film nelle (ormai defunte) videoteche. L’offerta di Netflix è enorme anche se non sempre all’altezza delle aspettative. Tanti contenuti originali tra tv e film. Citiamo le cose migliori. Black Mirror, fantascientifica e inquietante serie, recentemente anche sperimentale: l’ultimo episodio era interattivo e dava la possibilità allo spettatore di scegliere i finali e le svolte della vicenda. Narcos, che ha avuto nelle prime due stagioni un grande successo anche per merito del grande Wagner Moura nei panni di Pablo Escobar. Ci sono film interessanti per bambini e non solo: Water Horse è ormai un grande classico del cinema per ragazzi; ci sono le cose migliori della Pixar (Nemo, Up!, Wall-e), una discreta produzione originale come Mowgli, un film bizzarro come Qua la zampa! e il bel The Lego Movie. Per gli adulti c’è il più grande melodramma degli ultimi anni, il durissimo Manchester by the Sea, c’è Kubrick (Shining e Full Metal Jacket), l’ultimo Pirati dei Caraibi, l’intenso Lion e persino i film – esilaranti – dei Monty Python. È Netflix: c’è di tutto e senza un criterio. Si passa da Roma o dai primi film di Scorsese ai titoli demenziali turchi (la saga di Recep Ivedik con il comico di Smirne Şahan Gőkbakar: una roba da pazzi, vedere per credere). Il problema con Netflix è sempre quello: trovare un sentiero nella foresta fittissima di titoli non sempre eccelsi, senza fidarsi troppo dei gusti del ben noto algoritmo.
Sky
Infine (ma ce ne sarebbero tanti altri, Chili e Infinity in testa), ecco Sky, che ha dei prezzi variabili a seconda dei pacchetti e della modalità di visione. Fino a qualche tempo fa, l’offerta era ancorata a un decoder di vecchia generazione. Da qualche mese il nuovo decoder Sky Q è effettivamente una risorsa in più: non solo come fruibilità ma perché di fatto replica l’esperienza rivoluzionaria già sdoganata da Netflix, la possibilità di vedere un film o una serie su più dispositivi sincronizzati. Il catalogo non è male, sia in quanto a serie tv (per la maggiore parte targate Abc o Hbo, Il trono di spade in primis), sia in quanto a prodotti originali (Gomorra, ma anche la buona serie sui sommergibili tedeschi). Nel catalogo cinema, le ultime cose buone sono 7 sconosciuti a El Royale, cinico e tarantiniano nello spirito, il bel film d’animazione Gli eroi del Natale e poi un po’ di tutto: l’ultimo titolo della saga di Star Wars, il non eccezionale Solo, End of Justice con Denzel Washington, lo splendido, inquietante A Quiet Place, Black Panther, l’interessante Chiamami col tuo nome, più tutta una serie di super trash per stomaci forti, dall’immarcescibile Over the Top a certi b movie all’italiana degli anni Ottanta come Scuola di ladri, I pompieri e gli ultimi, terribili, Fantozzi. Anche in questo caso, parecchio ma un po’ buttato alla rinfusa e senza un ordine.
Il punto quindi ci sembra questo: un’offerta esageratamente ampia, a un costo fino a qualche anno fa impensabile, una personalizzazione di visione promessa sulla carta e che però non rende il prodotto personale. In poche parole, si fa davvero fatica a trovare un film “per te”. Tanta scelta ma nulla che sia davvero tuo.
Foto telecomandi da Shutterstock